Il ragionamento che vi sottoponiamo fa parte di considerazioni scientifiche, nelle quali il subconscio denominato “Unihipili” o “sé inferiore”, rappresenta la porzione più ampia del nostro cervello che raccoglie ed elabora delle informazioni esterne in maniera caotica . Tali manifestazioni sono di carattere percettivo, sensoriale, emozionale e retroattivo debole “che ricorda”.
Quindi il “sé inferiore” è la parte primordiale della mente che si compone di fattori emotivi e mnemorici . Una sorta di atteggiamento infantile ed istintivo, paragonabile a quello “animale”.
In queste condizioni spesso ci troviamo davanti ad aventi di non facile individuazione, anche retroattiva, i quali sfuggono spesso ad una elaborazione del “sé superiore” (mente raziocinante) .
Nell’arco della vita di un essere umano, dalle prime espressioni mentali, alla maturazione ed alla sviluppo di tali capacità, si interpone la perdita di molti dati che la mente rifiuta di elaborare.
Nello specifico della tematica che stiamo trattando, memoria sul tempo atmosferico, possiamo tranquillamente classificare certi comportamenti nel “sé inferiore”.
Molti di noi certamente “metabolizziamo” delle situazione estreme, sia affettive che visive o emotive, che ci riportano a situazioni passate molto “estreme”. Da qui, comportamento istintivo, che “ricorda” una complessa attività della memoria.
Esempi:
“Ricordo che l’inverno del 1985 fu molto freddo, molti corsi d’acqua date le basse temperature si ghiacciarono e molte regioni della nostra Penisola furono interessate da abbondanti nevicate. Nella mia zona si scese sotto i – 11° C… “
Ricordo altresì….
“Che l’estate del 2003 fu particolarmente calda e lunga con valori termici spesso sopra la soglia dei + 40° C. Un’estate dai caratteri eccezionali, che molto segnò i miei ricordi”.
Da ciò possiamo dedurre, cronologicamente e senza scendere nei particolari, che nella prima fase, ricordo più lontano (inverno 1985), si perdono degli aspetti di contorno, mentre si rappresenta l’indice mnemorico che fa riferimento ad una qualità numerica o percezione della stessa.
Nella seconda ipotesi, la mente riesce a rintracciare e rappresentare diversi aspetti, ma punta sempre, nonostante l’estrema vicinanza del fenomeno, all’aspetto numerico: “+ 40° C.!!!!”( caldo estremo).
Ma dal 1985, a seguire anno dopo anno, per arrivare al 2003 abbiamo completamente dimenticato “le sfumature” attraverso “il modo di quello che non possiamo più rappresentare” se non attraverso una documentazione scritta.
Il comportamento, nei due casi sopra descritti, ha aspetti assolutamente emozionali e concernenti la parte più istintiva del nostro pensiero.
Tutto questo viene anche rappresentato dal comportamento di “un animale”. Animale che essendo stato punito duramente dal suo padrone stenta di ricordare le successive “carezze” e si “irrigidisce” quando “il padrone” alza il tono della voce.
La sfera della memoria ha dei passaggi fondamentali, ma viene interrotta spesso, nella sua completa rotondità, da segmenti temporali che ci sfuggono o sono stati male assimilati.
Il tempo atmosferico raccoglie in sé tutte queste complesse varianti, stiamo parlando di qualcosa di difficile rappresentazione, e ci porta a pensare che “ieri” è solo qualcosa che si possa riprodurre nel futuro, tramite aspetti ed emozioni imputabili a “grandi manifestazioni di felicità” o “picchi di scoramento”.