Qualche giorno fa l’ente statunitense del NOAA ha pubblicato una relazione dettagliata – realizzata dall’esperto meteorologo Tom Di Liberto – sullo straordinario uragano Ophelia.
In un anno passato alla storia perché ricchissimo di incredibili cicloni, Ophelia è entrato a pieno diritto nell’elenco di eventi rari. Sicuramente ha segnato un record perché un ciclone così intenso in quell’area dell’Atlantico non s’era mai visto.
Ricordiamo che si è sviluppato e rafforzato nell’Oceano Atlantico orientale, dove le tempeste raramente si trasformano in uragani. La sua genesi è avvenuta l’11 ottobre in acque moderatamente calde, ma di certo non eccezionalmente calde. Nel frattempo, le temperature dell’aria erano più fredde del normale ed è stato questo contrasto che ha fornito l’energia necessaria all’intensificazione di Ophelia.
Il 14 ottobre diventava un grande uragano con venti sino a 115 mph: è stato l’uragano più inteso nel quadrante orientale dell’Atlantico. Ha anche rappresentato il 10° ciclone tropicale consecutivo – da Franklin a Ophelia – a raggiungere lo status di uragano atlantico e in tal senso ha eguagliato il record australiano per la prima volta dal 1893! Quasi! Quando Ophelia si è avvicinato all’Irlanda ha perso le caratteristiche tropicali trasformandosi in un fortissimo ciclone extra-tropicale delle medie latitudini. Ma appena 12 ore prima di travolgere l’Irlanda Ophelia era ancora un uragano!