Siamo nel pieno dei cosiddetti “Giorni della Merla”, quelli che secondo l’antica tradizione dovrebbero essere i più freddi dell’anno solare.
In realtà le indagini statistiche climatiche dimostrano che raramente è proprio così, e non solo per quanto concerne la porzione ristretta che riguarda l’Italia ed i mari circostanti.
In genere, dunque, quando il freddo intenso si concentra negli ultimi giorni di Gennaio (ultimo caso eclatante è quello del 1999) è solo collegato a una serie di casualità, in uno dei periodi comunque generalmente fra i più freddi di tutto l’anno, e nel quale la possibilità d’irruzioni fredde polari è relativamente elevata.
Lo scenario attuale di quest’anno non è invece certamente freddo, considerando che l’Italia è abbracciata al momento da un promontorio di Alta Pressione di matrice oceanica che si protende verso Francia, Inghilterra, Germania, ed appunto la nostra Penisola.
Fortunatamente non è un Anticiclone dal cuore caldo come quelli visti nel corso di questo mese, che hanno determinato delle anomalie calde di straordinaria entità. Tuttavia anche la fase invernale vissuta la scorsa settimana appare sempre più un lontano ricordo.
Irruzione fredda invernale assai modesta che in genere ha riportato le temperature intorno o temporaneamente poco sotto alle medie del periodo, ma è stata percepita come ondata di freddo abbastanza rilevante proprio per le temperature sopra la media a lungo vissute nel corso di tutto l’inverno.
Un’anomalia che, proporzionalmente, può essere persino paragonata a quella vissuta nella terribile estate del 2003, anche per la persistenza di determinate configurazioni bariche.
L’Anticiclone attualmente presente, come già anticipato ieri, non è così forte a tutte le quote, e peraltro appare piuttosto intimidito nel porsi assoluto protagonista sulla scena Mediterranea, a differenza di altri periodi Anticiclonici vissuti anche di recente, nelle scorse settimane.
Nel contempo resta più vivo che mai il vortice posizionato sul Portogallo, un nocciolo depressionario in cut-off parzialmente alimentato da refoli d’aria fresca e instabile in quota di provenienza Atlantica.
Tale nocciolo d’instabilità riuscirà nel corso dei prossimi giorni ad avanzare lentamente verso est, assumendo dunque un ruolo progressivamente da protagonista anche sulla scena italiana, con interessamento di alcune regioni, principalmente le isole maggiori.
Dunque l’Anticiclone appare intimidito e non sembra intenzionato a porre un muro insormontabile, e già attualmente sta permettendo la risalita di un fronte caldo di provenienza nord Africana, sempre collegato alla struttura instabile tra Penisola Iberica, e che sfidando il campo altopressorio sta interessando esclusivamente le isole maggiori, con deboli pioviggini in atto sul Cagliaritano.
L’avanzata verso est del vortice, a cui già accennato, permetterà l’intensificazione dell’area d’instabilità fra Penisola Iberica, coste nord Africane e Mediterraneo occidentale, con il probabile transito di un fronte temporalesco per giovedì sulla Sardegna, in successiva evoluzione verso basso Tirreno e Sicilia. Lo scudo protettivo Anticiclonico resisterà invece piuttosto saldamente almeno sulle regioni settentrionali.
Va sottolineato che la situazione appare relativamente incerta anche sul breve termine per quanto concerne la localizzazione dei minimi barici e dei fenomeni ad essi collegati, come sovente capita in corrispondenza di vortici instabili autonomi, specie quando vi sono in gioco anche ingerenze da parte delle correnti nord Africane.
In conclusione, si allontana lo spauracchio dell’Anticiclone che possa mangiarsi anche il mese di Febbraio prossimo entrante. L’inverno smarrito ha ancora alcune carte da giocare, sia pure l’incertezza massima presente nelle emissioni modellistiche non permette al momento di valutare l’eventuale entità di possibili discese fredde artiche in area Mediterranea, nel corso della prima decade del nuovo mese