Dopo aver commentato, in un precedente editoriale, l’evoluzione sino alla fine/inizi del corrente o prossimo mese, ora ci infiliamo, con tutte le cautele del caso, nel tunnel dell’imprevedibile (il rischio al 50% è già stato calcolato).
Viene confermata la parentesi mite dal 20 del c.m. e per qualche giorno. Periodo che dovrebbe essere contrassegnato da un forte incremento termico e precipitazioni, perlopiù a carattere piovoso, principalmente sulle nostre regioni settentrionali e di nord ovest. In quota l’aumento delle temperature sarà importante, meno sentito al livello del suolo nelle regioni più protette, tuttavia si potrebbero raggiungere e superare i 18 ° C in alcune località del centro sud.
Un’evoluzione ormai consolidata.
Evoluzione media e futura:
Quello che più ci incuriosisce, meglio ci desta stupore (stupore deterministico e non solo) è come la natura riesca a rigenerare delle saccature polari (saccature fredde) con una puntualità temporale che rasenta il cronometrico: dopo un’onda termica negativa, ne segue a distanza di 5/6 gg (tempo calcolato come medio), una di segno contrario e successivamente, sempre con tale ed approssimativa cadenza, una nuova e successiva sempre di carattere negativo in un crescendo sempre più marcato.
Questo ripetersi, non è del tutto casuale, ma viene cadenzato e regolato da un ritmo ciclico che alcune figure pressorie sembrano mostrare durante la fase di resa o massima spinta dinamica. Esse sono sottoposte a delle regolarissime oscillazioni della corda atlantica che obbliga l’anticiclone delle Azzorre ad un continuo esercizio di respiro dinamico. Una sorta di posizionamento stabile ai livelli del medio Oceano. Ecco vengono ad insinuarsi, tra le due figure di alta (HP Azzorre e Continentale) delle profonde saccature del VP, tali da compensare dei gap termici/barici retaggio di una situazione passata e perseverante. Supponiamo, pertanto, che il Mediterraneo si trovi in una situazione di equilibrio e pronto a recepire, come fosse la parte fisica da compensare tra relativi vasi comunicanti, tutte quelle carenze che lo hanno visto protagonista nel passato. Pertanto, quello che sembrerebbe impossibile da determinare oggi, potrebbe essere già in chiaro da questo momento.
Un run deterministico non dice nulla; ma se esso viene interfacciato alle considerazioni sopra esposte, potrebbe considerarsi come un buon punto di partenza ed entrare, come parte integrante, nella matematica risoluzione del caos attraverso la regola degli affollamenti.
Lanciato questo sasso, ora attendiamo la risposta d’onda.