Sabato 28 febbraio un uniforme e sottile strato nuvoloso (cirrostratus) vela il cielo a 9000-10000m. Verso la pianura la nuvolosità è un poco più densa, tendente al cirrostratus nebulosus.
Sono quelle nuvole uniformi e trasparenti al sole. Passa così ad alta quota la possente irruzione di aria fredda, ben sopra le Alpi, direzionata verso le depressioni in atto sul Mediterraneo che provocano, con la neve, un sensibile raffreddamento anche nei bassi strati.
Sabato 28 febbraio temperatura massima di circa 0° a 1200m, appena 2° in più di quanto si misura in alcune località di pianura. Potrebbe fare più freddo, ma un vento teso occidentale (il maestrale) discende nelle vallate, per poi attenuarsi già prima di arrivare agli sbocchi vallivi. Presente un leggero effetto föhn, ma il vento, particolarmente freddo oltralpe, riesce solo a superare di poco lo zero celsius.
Allo sbocco delle valli, a 400m, massima di +4,2°C e minima di -4,7°C.
Fa freddo e copre le pianura un residuo ed uniforme manto nevoso di circa 10cm. Si tratta della neve caduta il 19-20 febbraio, che in montagna supera ancora i 30-60cm oltre i 1000m.
Oggi, domenica 29, minima di -5,3°C e massima che si avvia oltre i 7°C.
Su queste Alpi il freddo, sia pur decisamente sotto la media, non è così sensibile in relazione a quanto accade in certe zone d’Italia (fiocchi di neve anche sulla capitale). Si tratta di uno schema di tempo tipico degli ultimi anni, che vede le Alpi Occidentali avviate ad una sensibile mitizzazione delle condizioni del tempo, con periodi
particolarmente caldi e con avvezioni fredde la cui intensità è relativamente ridotta in confronto a quanto accade altrove.
Interessante anche come i pochi periodi freddi tendano ad intensificarsi non nel cuore dell’inverno, ma verso la fine, se non addirittura fuori stagione.
Nella foto, volutamente sottoesposta per evidenziare i dettagli, si vedono i cirrostratus fibratus di domenica 29 febbraio. Queste nuvole si trovano a circa 10000m di quota. La loro temperatura è inferiore ai -50°C. Essendo per lo più trasparenti non impediscono alla radiazione solare di riscaldare la superficie terrestre. Viceversa, di notte, la
notevole elevazione della nuvola crea un sensibile effetto serra che impedisce la reirradiazione; ovvero le temperature minime non scendono come quando il cielo è sereno o si ha un’analoga coperatura di nuvole più basse.
All’alba ed al tramonto i cirrostrati si vestono di intensi colori rossastri.
Quando la copertura di queste nubi trasparenti è piuttosto uniforme, ad esempio ieri 28 febbraio, si può avere una “falsificazione” dell’immagine satellitare infrarossa. Il satellite infatti fotografa la sommità (top) della superficie riflettente sottostante. Il colore dell’immagine è associato alla temperatura di tale superficie. In caso
di cirri o cirrostrati, essendo il top ad una quota che si trova al limite della troposfera, la temperatura di tale riflessione è tra le più fredde che si può ottenere, quindi il satellite dona un colore bianco saturo alla misura. Ecco quindi come una copertura trasparente e irrilevante del cielo possa essere vista dal satellite di un bianco intenso, analogo a quello delle grandi perturbazioni che portano tempo perturbato.
Tutto questo è ben visibile nell’immagine satellitare del 28 febbraio ore 16:30. Non appare grande differenza tra le nubi registrate sul N Italia. Però su Appennino, Liguria e NE nevica, mentre sul NW sono solo cirri trasparenti.