In Italia dilaga l’abitudine di diramare il maggior livello di allerta meteo per ogni evento meteo rilevante.
C’è chi si è persino inventato la presenza di Uragani nel Mar Mediterraneo indicandone la forza. Ok, abbiamo compreso che si tratta “solo” di MEDICANE, ovvero di area cicloniche che occasionalmente si formano nei nostri mari.
Come indicato nel precedente editoriale, non è scorretto usare il termine ciclone.
Anche Wikipedia scrive: in meteorologia il termine ciclone indica una regione atmosferica in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine (bassa pressione), tipicamente associata a cattivo tempo atmosferico (temporali, pioggia, vento). I cicloni, assieme ai loro fronti meteorologici, sono comunemente detti perturbazioni atmosferiche.
Ma torniamo alle allerte meteo.
L’Allerta Meteo è una situazione di particolare rilevanza che in Italia, e non solo, può essere emessa esclusivamente da Enti Ufficiali.
Tutti coloro che diramano allerte meteo di propria iniziativa sono passibili di denuncia penale per procurato allarme.
Con un articolo a parte, l’allerta meteo della Protezione Civile può essere commentata, analizzata, e se si è in grado di strumenti per provarlo, criticata. Ma l’allerta meteo è una cosa seria ed è unica, inequivocabile, anche se per chi è esperto può essere vista eccessiva, sottostimata, sbagliata, ma non può essere emessa da chi non è autorizzato a farlo.
I siti meteo italiani possono diffondere le allerte meteo citando la fonte, ovvero riportando le seguente dicitura e sopratutto istruzioni:
per usare i contenuti, senza alterarli, è necessario citare esplicitamente la fonte con questa dicitura: “Fonte: Sito del Dipartimento della Protezione Civile – Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
Mi auguro che termini la buffonata, e che si parli di meteo senza togliere visibilità alle allerte meteo ufficiali.