Un’impennata del termometro di 35,2 °C in circa 30 ore. È accaduto al Polo Sud geografico fra il 9 e il 10 giugno, quando la temperatura è passata da -73,6 °C a -38,4 °C, a causa d’una possente avvezione da nord ovest, che ha comportato un incremento del vento fino a 12,4 m/s nella media oraria delle 0400 UTC del 10 giugno e una risalita del barometro di circa 12 mb. L’episodio ha così messo fine a circa tre settimane di gran freddo alla base americana Amundsen-Scott, con temperature costantemente prossime ai -60 °C e picchi inferiori ai -70 °C. Si è trattato di uno schema di controtendenza, che pare ormai classico negli ultimi anni, per cui a un inizio inverno termicamente al di sopra della norma, fa seguito un trimestre giugno – agosto nettamente al di sotto.
Anche alla base russa Vostok, nelle prime dodici ore del 10 giugno le condizioni meteorologiche sono cambiate, con la temperatura risalita da -78,6 °C a -59,9 °C: un balzo di 18,7 °C, con un incremento medio di 2,3 °C / ora tra le 0600 e le 1200 UTC.
A metà giornata, in Antartide, la stazione più fredda risultava così Dome Fuji dove, alle 1215 UTC, gli strumenti facevano segnare -75,2 °C.