Le invasioni d’aria gelida di matrice polare-marittima non portano a crolli di temperatura eclatanti in pianura o sulle coste, ma hanno caratteristiche molto fredde in quota presentando uno spessore maggiore, concentrato nella porzione medio-alta della troposfera. Quest’aspetto ci troviamo spesso a sottolinearlo, in quanto solo con le precipitazioni l’aria gelida si getta temporaneamente verso il basso, così da permettere rovesci di neve a bassa quota, anche sulle zone ove la temperatura sale di diversi gradi sopra lo zero, a causa di un profilo termico verticale caratterizzato dal gradiente molto marcato alle quote più basse.
Questo è quello che sta accadendo già fra ieri ed oggi, con l’estensione dell’aria fredda a tutta la Penisola. Nelle prossime ore giungeranno ulteriori apporti d’aria gelida in quota, i quali manterranno condizioni atte a favorire l’instabilità su talune zone, con la neve che potrà imbiancare i paesaggi temporaneamente fino a bassa quota o localmente in pianura. Durante la giornata di domani i fenomeni saranno maggiormente probabili sul centrali adriatiche, sulle Isole Maggiori e su alcune aree del Sud Peninsulare.
La domanda più ricorrente è rivolta a sapere quando finirà l’ondata di freddo. Ebbene, in base alle ultime indicazioni già nei primi giorni della prossima settimana il freddo inizierà ad allentare la presa (molto lentamente per le ECMWF rispetto alla GFS) ed entro le giornate di Mercoledì-Giovedì una rimonta anticiclonica più decisa si affaccerà da ovest, apportando maggiori spazi soleggiati ed aria più mite.
Tenendo conto delle indicazioni sul lungo termine, la tregua anticiclonica potrebbe però durare poco e già all’inizio della terza decade si prospettano nuovi peggioramenti a carattere freddo alimentati da impulsi d’aria artica. Queste proiezioni sono avvalorate dai due principali modelli matematici.