Nella tarda mattinata di giovedì 21 luglio, ora di Washington, la tempesta tropicale Nalgae si trovava sulla parte ovest del Pacifico Settentrionale, circa 815 miglia a nordovest di Wake Island. Con venti sostenuti fino a 60 miglia orarie, Nalgae si muoveva verso nordovest a 13 miglia orarie e ne era previsto un lento indebolimento nelle successive 48 ore, durante la quali la tempesta, secondo le previsioni, doveva continuare a muoversi verso nord-nordovest, sempre su mare aperto.
Alle 12 GMT di venerdì 22 luglio Nalgae si trovava centrata a 30,9°N 159,3°E, accompagnata da venti sostenuti fino a 40 nodi (poco più di 45 miglia orarie). Ormai a latitudini ampiamente extratropicali, Nalgae era destinata a indebolirsi sempre più e a spostarsi verso nordest, “agganciata” dal flusso occidentale. Per le 12 GMT di sabato 23 luglio il centro di Nalgae era previsto trovarsi ancora in aperto Oceano, a 32,8°N 161,0°E, con la tempesta ridotta a depressione tropicale, con venti sostenuti fino a 30 nodi. Un ulteriore indebolimento, con spostamento ancora verso nordest, è previsto per domenica 24 luglio.
Ben altra storia sembra dover avere Banyan, l’altra “tropical storm” della parte ovest del Pacifico Settentrionale, originatasi a latitudine molto più bassa di Nalgae, e molto più a occidente rispetto alla “sorella” in esaurimento.
Banyan alle 18 GMT di venerdì 22 luglio era una “tropical storm” accompagnata da venti sostenuti fino a 40 nodi (raffiche fino a 50 nodi), centrata a 18,3°N 137,7°E, sul Mar delle Filippine, e in movimento verso nord-nordovest (350°) alla velocità di 9 nodi. La pressione centrale era 991 hpa. Per le 6 GMT di sabato 23 luglio, secondo le previsioni, Banyan doveva rinforzare, con vento sostenuto fino a 50 nodi (e raffiche fino a 65 nodi), centrandosi a 19,9°N 137,3°E. Continuando a muoversi verso nord-nordovest e a rinforzare, Banyan doveva diventare tifone di categoria 1 alle 18 GMT di sabato 23, continuando a muoversi lungo una traiettoria che doveva portarla nelle notte seguente a passare a ovest-sudovest di Iwo Jima, una delle isole Volcano (Giappone), a una distanza minima di 301 miglia dall’isola.
Continuando a rinforzare nella giornata di domenica (per le 18 GMT previsti venti sostenuti fino a 100 nodi, con raffiche fino a 125 nodi, pari a una categoria 3 della scala Saffir-Simpson), Banyan dovrebbe dirigersi verso nord, uscendo dalla fascia intertropicale (centro a 24,6°N 135,3°E all’ora considerata) e puntando verso il Giappone.
Il tifone al momento appare piuttosto pericoloso per il paese del Sol Levante. Lunedì 25 luglio dovrebbe raggiungere la categoria 4 e iniziare a spostarsi verso nord-nordest, andando così a “scivolare” parallelamente alle coste meridionali di Honshu martedì 26 e a quelli centrali della stessa isola, la principale del Giappone, mercoledì 27.
In questi due giorni, ancora un po’ lontani nel tempo (cosa che rende la previsione ancora da confermare), Banyan dovrebbe iniziare a perdere forza, ma, con la traiettoria attualmente ipotizzata, le piogge sarebbero probabilmente intensissime sulle zone costiere e subcostiere di Honshu, in particolare dove la componente orografica le favorisce. Sulle coste orientali della penisola di Kii, alle cui spalle vi sono alte montagne, contro le quali impattano le correnti orientali che investono il territorio quando l’occhio di un tifone si trova poco a meridione, portando non di rado piogge alluvionali nell’area, in particolare sulla città di Owase, sarebbe martedì 26 il giorno più critico.
Sempre sulla base del bollettino di venerdì 22 luglio, precipitazioni molto abbondanti potrebbero interessare l’area di Tokyo mercoledì 27 luglio.