L’isola della Reunion, Territorio d’Oltremare della Francia, si trova tra i 20,5°S e i 22°S, nell’Oceano Indiano Meridionale. Si tratta di un’isola vulcanica, culminante a 3070 metri nella vetta del Piton des Neiges. La superficie è di oltre 2500 kmq.
Siamo a nord del Tropico del Capricorno, nel mezzo del vasto Oceano a oriente del Madagascar. Il clima è naturalmente di tipo tropicale, con inverno piuttosto asciutto e lunga stagione delle piogge estive.
In inverno, e ancora all’inizio di primavera, l’alta pressione subtropicale che staziona sull’Oceano Indiano Meridionale si sposta di qualche grado verso nord, abbastanza per mantenere piuttosto stabile il tempo a Reunion. Nei mesi da luglio ad ottobre, quindi, le piogge sono piuttosto scarse e, salvo particolari situazioni di piogge più abbondanti di natura orografica, in particolare sui versanti orientali dei rilievi, gli accumuli sono dell’ordine di 40-80 mm/mese. Gioca un ruolo importante nella bassa piovosità anche la minore temperatura del mare, in particolare nella parte finale della stagione asciutta, ovvero nel mese di ottobre, quando le temperature sulla terraferma iniziano ad aumentare, ma quelle dell’Oceano, a causa dell’inerzia termica dell’acqua, raggiungono invece i valori minimi annui.
Con l’arrivo dell’estate australe, l’alta pressione subtropicale si sposta verso sud e la Reunion viene a trovarsi lungo la ITCZ, la fascia di convergenza intertropicale tra gli alisei di NE e quelli di SE. Ne conseguono piogge abbondanti, in particolare sui versanti sopravvento, ovvero quelli orientali, visto che proprio da levante proviene in modo largamente prevalente la nuvolosità.
Le piogge, che già in novembre sono circa doppie rispetto a ottobre, superano da dicembre ad aprile quasi ovunque i 150 mm/mese, ma si arriva a oltre 300 mm/mese nelle zone sopravvento, ovvero sui soliti versanti orientali dei rilievi, fino a oltre 1000 mm sulle pendici dei rilievi sudorientali.
Soprattutto nella seconda parte dell’estate e a inizio autunno, quando il mare è ancora caldo, non è raro che giungano a Reunion da oriente violenti cicloni tropicali, come pure nella non lontana Mauritius. In questi casi i versanti orientali di Reunion sono investiti, oltre che da venti fortissimi, da piogge veramente torrenziali.
Il ciclone Clotilde, abbattutosi sull’isola il 13 febbraio 1987, un memorabile venerdì 13, soprannominato Venerdì Nero, distrusse raccolti, strade ed edifici, provocando danni per milioni di dollari.
Il fatto di trovarsi sulla traiettoria dei sistemi perturbati tropicali e di presentare un importante sbarramento di natura orografica ha fatto entrare a più riprese Reunion nella lista dei record di pioggia, sia per periodi di tempo brevi (e qui sono soprattutto i cicloni a causare “rain rates” davvero pazzeschi, come vedremo più sotto), sia per unità di tempo più lunghe, come l’arco di una o due settimane (e in questo caso è la persistenza delle piogge dovute alle perturbazioni tropicali a portare ai record, anche se i “rain rates” orari, pur altissimi, sono inferiori a quelli dei cicloni.
Tra il 7 e l’8 gennaio 1966 Foc Foc, durante il passaggio del ciclone Denise, ha registrato 1589 mm in 18 ore e 1825 mm in 24 ore. Si tratta di record mondiali e appartiene a Reunion anche quello relativo alle piogge cumulate in 48 ore, con i 2767 mm caduti ad Aurere tra l’8 e il 10 aprile 1958, e quello delle 72 ore, con 3240 mm a Grand Ilet, località a 945 metri, nel nord dell’isola, tra il 24 e il 27 gennaio 1980.
Il gennaio 1980 ha fatto registrare una serie di records anche alla stazione di Commerson. Qui, in 120 ore, tra il 23 e il 27 gennaio 1980, sono caduti 3951 mm, diventati 4653 tra il 21 e il 27 gennaio (record su 7 giorni) e 5678 tra il 18 e il 27 gennaio (record sui 10 giorni).
Questo episodio del 1980 a Commerson è stato straordinariamente lungo, permettendo alla località di stabilire il record anche sui 12 giorni (6051 mm tra il 16 e il 27), sui 14 giorni (6082 mm tra il 15 e il 28) e sui 15 giorni (6083 mm tra il 14 e il 28). Da questi numeri vediamo che, a parte i ridotti accumuli dei giorni 14, 15 e 28 gennaio, tra il 16 e il 27 sono caduti in media 504 mm/giorno, valore straordinariamente elevato anche su un solo giorno, quasi inverosimile su un periodo così prolungato. In quei lontani giorni di 25 anni queste piogge spaventose furono i n larga parte associate al passaggio del ciclone Hyacinthe.
La terza decade di aprile e il mese di maggio inquadrano una breve stagione di transizione, che potremmo definire post-piogge, in cui le visite dei cicloni sono ormai più occasionali e l’anticiclone inizia ad allargare la sua influenza verso l’isola. Il mare ancora caldo e anche l’umidità ancora molto presente “in loco”, dopo mesi di piogge torrenziali, favoriscono però ancora lo sviluppo di temporali pomeridiani, con conseguenti accumuli mensili molto ridotti rispetto al clou della stagione piovosa, ma ancora significativi (90-100 mm, molti di più sui versanti sopravvento).
Per quanto riguarda la piovosità annua, i 1000 mm si superano quasi ovunque, escluso alcuni limitati settori della costa occidentale, ma sulla costa orientale e sulle pendici dei rilievi che verso questa costa guardano si hanno accumuli annui molto più elevati, localmente anche sui 10000 mm/anno.
Dal punto di vista termico, la variazione stagionale è abbastanza modesta. Le isoterme a livello del mare passano dai 21°C circa di luglio e agosto ai 26°C di gennaio e febbraio, passando per i 22°-23°C di maggio e ottobre. La variazione stagionale si fa un po’ più sensibile nell’entroterra e sui rilievi, riducendosi l’effetto mitigatore del mare. A parità di altitudine l’est è più fresco dell’ovest di 1°-2°C, a causa della prevalenza dei venti orientali, che scendono riscaldati per effetto favonico sul versante occidentale dei rilievi.
Le escursioni giornaliere sono modeste nella stagione delle piogge (7°-8°C), ma anche nella stagione asciutta rimangono entro il limite dei 10°C, per l’effetto termoregolatore del mare. Le temperature massime, quindi, raramente superano i 31°-32°C, anche se il record storico è un 36,9°C del 25-02-2003, in località La Port.
Intorno ai 1000 metri le medie sono intorno ai 14°C nei mesi più freddi e asciutti (minime sui 9°C, massime sui 19°C) e ai 18°C nei mesi più caldi (minime sui 13°C, massime sui 23°C). Nelle parti più elevate dell’isola non sono insolite gelate invernali. Il record assoluto è un -5,0°C, registrato il 10-09-1975 a Gite de Bellecombe (m 2250).
Vediamo alcuni dati riferiti a Saint-Pierre, che si trova nel sudovest dell’isola, a 21,3°S, in parziale ombra pluviometrica, sottovento al Piton, rispetto alle correnti umide orientali. Le piogge sono quindi relativamente modeste (1067 mm/anno). La stagione piovosa va da gennaio ad aprile (tutti oltre 120 mm/mese, massimo in marzo con 163), mentre i mesi più asciutti sono quelli da luglio a novembre (tutti sotto i 70 mm, minimo in ottobre con 35 mm). Il campo termico: agosto 20,4°C, ottobre 22,0°C, gennaio 26,4°C, maggio 22,9°C, media annua 23,4°C.
Saint-Denis, nel nord, a 20,9°S, pur non presentando un marcato effetto stau come accade per le località sulla costa orientale, non è neppure in ombra pluviometrica. Vi cadono 1680 mm/anno, con stagione piovosa da dicembre ad aprile (tutti oltre i 160 mm, più piovosi gennaio e febbraio con 296 e 293 mm) e stagione relativamente secca da giugno a ottobre (tutti sotto gli 80 mm, minimo in ottobre con 40). Queste le più significative medie termiche: agosto 20,8°C, ottobre 22,5°C, febbraio 26,1°C, maggio 23,1°C, anno 23,5°C.
Informazioni paesaggistiche e turistiche nella seconda parte dell’articolo al seguente indirizzo:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10916