Sappiamo che la Dinamica Atmosferica è un’unica gigantesca macchina termica in cui ogni singola perturbazione rispetto allo stato iniziale determina conseguenze che si ripercuotono ovunque sul nostro pianeta; per questo motivo ricercare le cause della circolazione su una determinata zona richiede un percorso a ritroso verso occidente che ci riporterebbe al punto di partenza. Le relazioni di causa-effetto a livello globale sono ancora lungi dall’essere conosciute nella loro interezza, tuttavia vi sono alcune “anomalie” rispetto alla circolazione atmosferica “standard” che, come un effetto domino, influenzano il tempo su vaste zone della Terra compresa la nostra piccola Italia. In quest’ottica vediamo come alcuni dei protagonisti della scena atmosferica ci interessano da vicino.
La settimana passata ha visto la fine della seconda onda termica stagionale e il rientro alla normalità climatica attraverso un periodo di generalizzata instabilità. La fase attiva del MJO (Madden Julian Oscillation) determina le sorti dei forcing Sub Tropicali in questa stagione di transizione: nel suo continuo incedere verso levante ha inibito alla radice il promontorio alto pressorio in quota che aveva interessato l’Europa centro occidentale. Abbiamo così vissuto un periodo di “normalità” a livello di dinamica atmosferica caratterizzato da westerlies, ovvero correnti occidentali in quota, che portavano in seno masse d’aria fresca ed instabili. Gli effetti si sono visti soprattutto sui rilievi e in maniera più limitata sulle pianure.
Come ormai consuetudine, continua la fase a quattro onde emisferiche risonanti che favorirà la genesi di perduranti onde di Rossby: gli scambi lungo i meridiani torneranno a farla da padrona come spesso avviene negli ultimi anni. L’attore principe di questa settimana sarà un profondo vortice ciclonico in quota che staziona sul Canada nord orientale da giorni: in queste ore è centrato sull’Isola di Baffin e determina una Corrente a Getto Polare di notevole intensità che per definizione ha una componete zonale preponderante. Lo stacco tra la cella Polare e quella di Ferrel è quindi netto oltre che sulla parte orientale del continente Americano anche su tutto l’Oceano Atlantico ove riscontriamo una classica configurazione ad Omega: a due cutoff ciclonici al largo della East Coast e della penisola Iberica riscontriamo due gocce d’aria fredda intervallate dall’Anticiclone delle Azzorre costretto a ripiegare nel senso dei meridiani, verso nord.
Queste ondulazioni marcate in pieno Atlantico sono la causa del ramo discendente del Getto Polare che interessa tutta l’Europa nord occidentale: vanno ricercate in quest’ottica le basse temperature che hanno accompagnato questa zona del “Vecchio Continente” in queste ultime ore. Il progressivo spostamento verso levante della Circolazione Atmosferica e l’acuirsi di questi profondi scambi meridiani, tesi a riequilibrare i disavanzi termici tra nord e sud del nostro emisfero, apporteranno una momentanea risposta anticiclonica che interesserà l’Europa centro occidentale ed anche l’Italia. L’avvezione di vorticità negativa in quota, tuttavia, non sarà importante: il promontorio anticiclonico si farà temporaneamente strada nel cavo d’onda lasciato tra due cutoff ciclonici, uno al largo delle coste Irlandesi, l’altro sull’Europa nord orientale.
A partire da domenica la migrazione del nostro attore principale, che avevamo lasciato sul Canada Nord Orientale, verso la Nuova Scozia e l’Oceano, determinerà un brusco spianamento dei geopotenziali su vasta scala, premonitore di un nuovo peggioramento all’inizio della prossima settimana quando una profonda saccatura determinerà correnti sud occidentali sulla nostra penisola, in un primo tempo miti e via via più fredde facendoci vivere un periodo più autunnale che primaverile.