Il bilancio del maltempo:
purtroppo, come accennato nel precedente articolo, ci vediamo costretti ad annoverare l’ondata di maltempo appena conclusasi tra le più cattive dell’interno 2013. Nubifragi, super temporali, grandinate, tutti elementi che hanno concorso agli ingenti allagamenti – in molti casi vere e proprie alluvioni – alle frane e agli smottamenti balzati agli onori della cronaca per aver mietuto nuove vittime.
Da un eccesso all’altro:
se finora hanno prevalso i fenomeni estremi, a breve avremo una manifestazione evidente delle contraddizioni termiche autunnali. Un Vortice Freddo, distaccatosi dall’Artico, irromperà sulla Mitteleuropa scaraventando molte Nazioni nel precoce inverno. La massa d’aria fredda raggiungerà le Alpi e sarà in grado di penetrare parzialmente sul Nord Italia, provocando un tracollo termico e conseguenti copiose nevicate sui rilievi. Il Sud della Penisola, invece, si troverà sul ramo ascendente della circolazione ciclonica e risulterà esposto ad un richiamo d’aria mite dal basso Mediterraneo.
Rischio fenomeni violenti:
sarà bene non abbassare la guardia, perché le proiezioni precipitative non sono incoraggianti. L’aria fredda affluirà in quota e potrebbe incentivare la formazione di grosse celle temporalesche nelle regioni settentrionali. Non sono da escludere, al momento, violentissime grandinate. Qualche spiffero d’aria fresca si farà strada anche sul Tirreno, andando a cozzare con acque superficiali relativamente miti. Scaturiranno contrasti termici importanti e assisteremo allo sviluppo di nuovi intensi temporali. Insomma, anche stavolta avremo di ché discutere.
Il post irruzione:
lunedì – e in uno specifico approfondimento del martedì – abbiamo trattato le possibili soluzioni alla crisi Artica imminente. Abbiamo sottolineato quanto sia importante il ruolo dell’ampia depressione atlantica che dovrebbe consolidarsi a largo delle coste occidentali europee. Oltre al suo posizionamento sarà interessante valutarne l’intensità, perché da quest’ultima dipenderà l’eventuale tenuta del blocco anticiclonico attualmente in costruzione.
Le due ipotesi prevalenti:
entrambe sono legate a doppio filo alle dinamiche bariche suddette ed in particolare all’ingerenza della depressione atlantica sul Continente. Qualora dovesse estendersi ad ovest, fungerebbe da calamita verso il Vortice Freddo posizionatosi a sua volta tra Francia e Regno Unito. Se così fosse, ecco che l’area ciclonica si amplierebbe abbattendo il muro altopressorio e l’asse d’inclinazione della depressione potrebbe disporsi in modo tale da incentivare una risposta dinamica subtropicale sul nostro Paese. Al contrario, se il blocco dovesse persistere, non è da escludere che un nuovo impulso freddo possa gettarsi verso il Mediterraneo sfruttando la lacuna barica preesistente.
Focus: evoluzione sino al 22 ottobre 2013
Le condizioni del tempo peggioreranno fin da giovedì mattina, a cominciare dalle Alpi e dalle regioni settentrionali. Avremo violenti temporali e copiose nevicate sui rilievi, anche a bassa quota. Tempo che successivamente diverrà fortemente instabile anche sulle tirreniche, mentre andrà relativamente meglio su versanti adriatici e sullo Ionio. Venerdì giornata di tregua, mentre sabato dovrebbe intervenire un nuovo impulso perturbato che causerà maltempo al centro nord. Le temperature, dopo essere scese repentinamente, riprenderanno a salire anche nelle regioni settentrionali.
Domenica spazio ad un nuovo miglioramento e sul seguito c’è grossa incertezza. Possibile, a nostro avviso, un ritorno anticiclonico di stampo subtropicale, con conseguente aumento delle temperature verso valori superiori alla norma. Resta da stabile se trattarsi di breve parentesi, destinata a terminare a causa di un’altra irruzione fredda, oppure si avremo a che fare con un periodo anticiclonico più duraturo.
Evoluzione sino al 27 ottobre 2013
L’ipotesi prevalente è quella di un periodo contrassegnato, pesantemente, da ingerenze anticicloniche decisamente miti. Tuttavia, data la dinamicità del periodo, non possiamo escludere che anche i più piccoli cambiamenti barici determinino grossi scossoni autunnali.
In conclusione.
I primi freddi incombono, è vero, ma è probabile che il tutto possa risolversi in una toccata e fuga. Per il freddo invernale, quello vero, c’è ancora tempo.