Domenica scorsa Nesat, il tifone in azione nel Pacifico Settentrionale, si trovava sul Mar delle Filippine, a 18,1°N 130,9°E, circa 630 miglia a sud-sudest di Okinawa, nelle Ryukyu. Accompagnato da venti sostenuti fino a 110 miglia orarie, il tifone si muoveva verso nord-nordest a 10 miglia orarie. Lunedì il tifone è rimasto più o meno invariato come forza, assumendo una direzione più marcatamente nordorientale. A partire da martedì mattina, Nesat, ormai uscito dalle acque tropicali, ha iniziato ad indebolirsi. Alle 12 GMT esso era centrato a 23,8°N 133,9°E, classificato tifone di categoria 2. Mercoledì Nesat dovrebbe essere diventato una “tropical storm”, rimanendo sempre in mare, non troppo distante, però, dalle coste orientali dell’isola Honshu, la più grande del Giappone. Ogni deviazione verso ovest dalla traiettoria prevista lo porterebbe però sempre più vicino al Giappone orientale, dove la possibilità di piogge abbondanti sui versanti sopravvento non è da trascurare. Giovedì la tempesta dovrebbe invece essere tornata in mare aperto, ulteriormente indebolita.
Il 1° giugno è cominciata “ufficialmente” la stagione delle piogge in Cina e violenti acquazzoni, con pioggia torrenziale e locali eventi alluvionali, non sono mancati in questa giornata d’esordio della stagione. Alluvioni lampo hanno devastato alcuni paesi di montagna della provincia di Hunan, con una cinquantina di vittime. Piogge torrenziali, causa di distruzioni di abitazioni e raccolti, nonché di numerose frane, anche nella regione di Chongqing.
I meteorologi sono preoccupati per il rischio di frane e alluvioni lampo nel Pakistan settentrionale nei prossimi giorni. Il responsabile del Dipartimento Meteorologico del Pakistan sì è dichiarato infatti preoccupato che l’aumento delle temperature possa liberare bruscamente l’acqua immagazzinata nella regione sotto forma di neve, oltretutto in una fase stagionale in cui alle quote più basse i terreni sono inzuppati d’acqua per le recenti frequenti piogge. La temperatura ha infatti iniziato a salire nel nord del Pakistan, dopo un lungo periodo di tempo governato dalle correnti occidentali, con neve in montagna e piogge alle quote più basse, il tutto con temperature inferiori alle medie stagionali, cosa che ha creato anche problemi all’agricoltura, come pure nel vicino Kashmir, già in territorio indiano. La rapida fusione della molta neve presente mette dunque a rischio di alluvione i villaggi sulle rive dei fiumi, anche qualora le piogge monsoniche non fossero particolarmente intense.
Almeno 80 persone sono morte in Bangla Desh per effetto dell’ondata di gran caldo. Nel paese sono stati raggiunti i 43°C lo scorso mercoledì, accompagnati da tassi d’umidità elevati. Un terzo delle vittime (il cui numero sale a più di 100 aggiungendo quelle di India e Nepal) si sono registrate nel nord. Per lo più si tratta di donne e bambini, morti per disidratazione, colpi di calore e diarrea, che hanno avuto ragione di fisici già debilitati per le cattive condizioni igieniche e alimentari. Nel fine settimana la situazione è lievemente migliorata, grazie a una maggiore ventilazione, ma temperatura e umidità sono rimaste elevate. E’tipico dei paesi interessati dai monsoni soffrire un periodo estremamente caldo e umido poco prima che si scatenino le piogge monsoniche. In effetti, la previsione è che il caldo rimanga molto intenso almeno per un’altra settimana. Intorno a metà giugno, finalmente, le piogge monsoniche dovrebbero far abbassare sensibilmente le temperature.
Un fronte freddo praticamente stazionario ha portato intensissimi rovesci e temporali in Uruguay nei giorni scorsi. Tra venerdì e sabato, molte località hanno ricevuto significativi accumuli di pioggia. Dinamet ha registrato quasi 230 mm, Rocha oltre 125 mm, Durazno oltre 100 mm. Ulteriore pioggia è caduta abbondantemente domenica, anche in alcune delle regioni argentine confinanti con l’Uruguay. Nella giornata festiva sono stati registrati 179 mm a Tacuarembo, 116 a Salto e 70 a Paso de los Toros, mentre ben 192 mm sono caduti nella città argentina di confine di Concordia.
Almeno 8 persone sono morte e migliaia sono rimaste senza casa per le alluvioni lampo causate dalle piogge torrenziali cadute in Somalia nel weekend. Il distretto Bu’ale, nella regione del Medio Giuba, nel sud del paese, è stato interessato dalle alluvioni conseguenti alle piogge torrenziali di sabato notte. Il fiume Giuba è straripato, alluvionando oltre 30 villaggi e molti ettari di terreno agricolo, uccidendo almeno 7 persone e anche molti animali. Molte anche le strade che hanno subito danni. Le autorità locali hanno dichiarato che molte zone sono inaccessibili, aggiungendo che il numero delle vittime potrebbe crescere. Alluvioni sono state segnalate anche nella città di Qardo e nella regione autodichiaratasi autonoma di Puntland, nella Somalia orientale, dove vi è stata l’ottava vittima accertata.