Piogge alluvionali hanno colpito Taiwan tra sabato 11 e mercoledì 15 giugno. Nel sudovest, sono caduti ben 752 in 96 ore (tra sabato sera e mercoledì sera, ora locale) a T’ainan. I rovesci torrenziali si sono estesi verso nord tra martedì e mercoledì, quando T’aichung (Taizhong) ha registrato 337 mm in 48 ore. All’evento abbiamo dedicato un articolo di approfondimento.
Piogge torrenziali anche a Okinawa, una delle isole Ryukyu, appartenenti al Giappone, tra martedì e mercoledì scorsi. A Naha sono stati registrati 223 mm in 36 ore.
Mercoledì 15 giugno anche Hong Kong ha ricevuto la sua dose di piogge torrenziali. La ex colonia britannica ha registrato 107 mm in 24 ore.
Una “tropical wave” ha portato localmente piogge molto intense nel Messico sudorientale tra martedì pomeriggio e la notte seguente, ora locale. A Coatzcoalcos sono caduti 193 mm in 18 ore.
Freddo insolitamente intenso a Rio Gallegos, nel sud dell’Argentina, lo scorso mercoledì. La temperatura minima è scesa a quasi -13°C (-3,6°C la massima), mentre la media delle minime della seconda decade di giugno è appena superiore a -2°C.
Esquel, a circa 800 metri, sulle pendici orientali delle Ande meridionali, ha avuto una giornata di ghiaccio mercoledì 15 giugno, con estremi termici -3,8°/-1,0°C. Ma la notizia sono i 126 mm di neve fusa caduti in un solo giorno. Più a nord, una tormenta di neve ha bloccato a lungo il transito al tunnel del Cristo Redentore (che da Mendoza conduce in Cile attraverso le Ande, quota 3185 metri), bloccando sui due lati del passo circa 4000 camionisti con i loro mezzi. Uno dei camionisti è morto d’infarto, dovuto probabilmente alle basse temperature.
Venti sostenuti tra 45 e 65 miglia orarie hanno soffiato tra martedì notte e mercoledì, ora locale, sulla stazione di ricerca australiana di Casey, sulla costa dell’Antartide orientale. Drastica la riduzione della visibilità a causa della neve sollevata dal vento.
Un ritardo nell’arrivo del monsone estivo e delle sue piogge sta permettendo, nell’India orientale, alla consueta ondata di calore tardo-primaverile di prolungarsi insolitamente, ormai in giugno inoltrato. Lunedì, martedì e mercoledì, per esempio, Kakinada, che pure è vicina al mare, ha registrato massime di 45°, 44° e 44°C, contro una media delle massime, a metà giugno, di 35,5°C. Nell’entroterra, a nordest di Kakinada, negli stessi giorni Jharsuguda ha registrato 46°, 45° e 45,5°C. contro una media delle massime, a metà giugno, di 39°C.
I primi 14 giorni di giugno hanno fatto segnare una temperatura media quasi 8°C rispetto alle medie climatologiche nella metropoli canadese di Toronto, nell’Ontario. Particolarmente caldo è stato lo scorso weekend, con massime abbondantemente oltre i 30°C.
I meteorologi cinesi stanno avvertendo la popolazione di prepararsi, in alcune zone del paese, a una notevole ondata di calore. La temperatura ha già raggiunto i 38°C mercoledì 15 giugno a Shijazhuang, principale città della provincia di Hebei, nel nord del paese. Gli uffici meteorologici affermano che le temperature massime continueranno a rimanere sopra i 35°C per alcuni giorni, con il rischio, per le popolazioni, di colpi di calore. Il caldo è il risultato, secondo i meteorologi dello State Weather Observatory, di un’alta pressione dinamica stazionante sul nord della Cina e le regioni limitrofe, con masse d’aia calda che vengono ulteriormente riscaldate dall’effetto di compressione dovuto ai moti discendenti. Temperature di questo tipo non sono comunque insolite in estate nel nord della Cina. I meteorologi hanno anche previsto piogge torrenziali nelle aree a sud del fiume Yangtze, nel sud della provincia di Yunan e un po’ ovunque nel sud della Cina, ormai entrato nel pieno della stagione delle piogge.