La circolazione atmosferica dell’Emisfero Nord va assumendo carattere consono al trimestre estivo, con attenuazione del VP (Vortice Polare), espansione verso nord delle HP subtropicali, generale rallentamento della circolazione emisferica ed aumento del wavenumber zonale.
Le condizioni meteorologiche nel sud Europa e nel Mediterraneo, in questa fase dell’anno, sono influenzate soprattutto dalle dinamiche tropicali e soltanto saltuariamente da quelle del VP.
Forcing di matrice tropicale di grande magnitudo sono generati soprattutto dal monsone asiatico e africano, dai grandi cluster di temporali associati a marcate anomalie positive delle temperature superficiali oceaniche e alle oscillazioni nella circolazione inter-tropicale che favoriscono l’accumulo di vapore e la convezione in determinate aree. In modo particolare, l’oscillazione intrastagionale tropicale (Madden Julian Oscillation), modula, col suo moto ovest-est e con la sua altalenante attività, l’intensità della convezione, sopprimendola o esaltandola.
Di norma, all’inizio dell’estate, la Madden Julian Oscillation (MJO) tende ad attenuarsi notevolmente a causa dell’interferenza dei monsoni estivi che governano la circolazione tropicale su una vasta area del Nord-Emisfero “entrando in concorrenza” con le dinamiche della MJO. Di conseguenza, le forzature d’origine tropicale sono ora meno influenzate dalla MJO e risentono notevolmente delle anomalie termiche superficiali degli oceani tropicali e della posizione della fascia di convergenza inter-tropicale (ITCZ).
Forzature di matrice tropicale d’elevata intensità si stanno manifestando da alcuni giorni sugli Stati Uniti e sull’Atlantico centrale, favorite dalle anomalie termiche della superficie oceanica a nord dell’Equatore intorno al Centro America, in modo particolare nell’Atlantico centro-occidentale.
Da una decina di giorni, “forcing” espressi mediante pulsazioni anticicloniche dinamiche ad onda lunga partenti dall’Atlantico tropicale occidentale e dal centro America, alimentano una robusta onda planetaria quasi stazionaria sul settore centro-occidentale europeo. Questi “forcing” sono incoraggiati dal contributo africano, sostenuto dall’anomala posizione della ITCZ (Inter Tropical Convergence Zone) nell’Africa centro-occidentale, collocata un po’ più a nord del normale.
Questo promontorio anticiclonico bloccante s’inserisce in una circolazione nord emisferica in quota ad onda corta, prevalentemente a 5-6 grandi onde risonanti. Gli anticicloni dinamici più intensi, associati ad anomalie positive di geopotenziale superiori ai 150 m, sulla superficie isobarica a 500 hPa, insistono da diversi giorni sul Pacifico nord-orientale e sull’Europa centro-occidentale.
Il VP principale è collocato da circa 5 giorni sul settore orientale dell’Arcipelago Canadese.
Il contrasto tra il “low” dell’Arcipelago Canadese e l’anticiclone subtropicale a sud alimenta un flusso zonale sempre più vigoroso, responsabile di una graduale progressione del treno d’onde soprattutto su Atlantico ed Europa occidentale. Nel frattempo, l’agonizzante MJO, ora sul Pacifico centro-orientale, tende di nuovo ad accentuarsi temporaneamente, approssimandosi con la sua fase attiva al Centro America. Ciò favorirà, nel medio termine, lo sviluppo di tempeste tropicali (forse anche dei primi uragani), prima a sud del Messico, poi sul Mar dei Caraibi e sul Golfo del Messico; inoltre tenderà a rafforzare i “forcing” di matrice tropicale alimentando, nel medio-lungo termine, gli anticicloni subtropicali in Atlantico.
Di conseguenza, si manifesterà, nel medio-lungo termine, un graduale invecchiamento del blocco dinamico europeo, con sviluppo di cut-off anticiclonico tra Scandinavia e Svalbard.
La circolazione sarà favorevole alla strutturazione di pattern AO-NAO leggermente positive.
Probabilmente, il flusso occidentale perturbato proveniente dall’Atlantico investirà gran parte del nostro continente nel corso della prima decade del prossimo mese. Sul Mediterraneo centro-occidentale dovrebbe manifestarsi un declino dell’assedio delle HP subtropicali, con possibili, locali, fenomeni d’instabilità.