Si, certo, mancano ancora una decina di giorni. Sappiamo bene che in molti storceranno il naso considerando questo articolo uno “specchietto per le allodole”. Ma consentiteci di dissentire, fortemente, perché il quadro dipinto dai modelli è supportato da alcuni pattern climatici tra i più importanti.
Abbiamo messo a confronto due tra i più autorevoli modelli di previsione: l’Europeo ECMWF e l’Americano GFS. Abbiamo scelto due mappe relative alla configurazione alla quota isobarica di riferimento dei 500 hPa attesa per il giorno dell’Immacolata (l’8 Dicembre). Sovrapponendole abbiamo ottenuto quale risultato l’immagine che trovate in allegato. Osservandola attentamente, anche i meno avvezzi in materia avranno notato una possente colata d’aria gelida fin nel cuore del Mediterraneo.
Trattasi di un vero e proprio collasso del Vortice Polare, provocato da una propulsione azzorriana repentina e consistente. La differenza sostanziale tra i due modelli risiede nella dinamica d’innesco: secondo ECMWF la spinta anticiclonica avverrebbe dritto per dritto, puntando decisamente l’Islanda. Per GFS avverrebbe con asse d’inclinazione sudest-nordovest, direzione Groenlandia.
Ciò nonostante nelle successive 24-48 ore le dinamiche diverrebbero praticamente sovrapponibili, mostrandoci una palla d’aria gelida polare sulle nostre teste. Evoluzione da monitorare con attenzione, perché qualora si concretizzasse l’Italia intera piomberebbe in una fase invernale piuttosto cruda e duratura.