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Come due anni fa?

di Michelangelo Nitti
29 Apr 2005 - 21:03
in Senza categoria
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Analisi della circolazione nord emisferica a 500 hPa by GFS. Fonte: https://grads.iges.org/pix/hemi.fcst.html.
Il mese di aprile sta per abbandonarci ed entra così la fase finale della primavera climatica che fa assumere, alla circolazione emisferica, caratteristiche sempre più di tipo estivo.
Con l’avanzare della stagione si assiste ad un generale rallentamento della circolazione emisferica, con aumento del “wavenumber” zonale. Il fronte polare e il connesso “jet stream” si portano a latitudini sempre più alte, mentre si fanno sempre più vivaci le interferenze tropicali, soprattutto durante il transito della fase attiva dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (“Madden Julian Oscillation”).

La fase attiva della MJO, ora di media intensità, ha raggiunto l’Oceano Atlantico e tende gradualmente a migrare verso la fascia inter-tropicale africana. L’attività tropicale è scarsa sull’Indonesia e sul Pacifico tropicale occidentale per il transito della fase inattiva della “Madden Julian Oscillation” che induce soppressione dell’attività convettiva.
Durante questa fase di MJO, vigorosi forcing tendono ad irrobustire l’alta pressione sub-tropicale in fase di graduale sviluppo sul Nord Africa e sul Bacino del Mediterraneo.
Questa HP raggiungerà la massima intensità nei primi giorni di maggio alimentando, ai medi e alti piani troposferici, una grande “onda di Rossby” a curvatura anticiclonica, quasi stazionaria sul settore centro-occidentale del continente europeo.
Questa situazione meteorologica ricorda un po’ quella di due anni fa, quando ad un fine aprile – inizio maggio insolitamente caldi fece seguito un lungo periodo caratterizzato da caldo intenso e siccità su gran parte dell’Italia. Fortunatamente, però, si tratta soltanto di una vaga somiglianza. La situazione, a livello emisferico, è diversa da quella del 2003 e l’ondata di caldo in arrivo su gran parte dell’Europa meridionale non avrà lunga durata.

Alle medie e alte latitudini dell’Emisfero Boreale, nel breve-medio termine, saranno presenti altre tre grandi onde planetarie, risonanti col promontorio anticiclonico bloccante europeo, fuso con l’alta sub-tropicale. Prevarrà quindi una “wave4 pattern” a livello emisferico, tipica di questa fase stagionale, con vistosi scambi meridiani e “wave break”.
Un promontorio anticiclonico alle quote medio-alte della troposfera stazionerà sull’Atlantico occidentale, preceduto da una vasta saccatura sul settore orientale dello stesso oceano.
La terza onda planetaria anticiclonica insisterà a lungo sull’Asia occidentale, parzialmente agganciata a “forcing” orografici, preceduta da una saccatura sull’estremo est europeo. A valle di questo promontorio anticiclonico, un profondo vortice polare in quota continuerà ad interessare la Siberia centrale, assecondato anche dalla presenza di una persistente ed estesa copertura nevosa, alimentando frequenti colate artiche sull’Estremo Oriente asiatico. Una pronunciata banda di correnti occidentali perturbate continuerà a svilupparsi lungo la “thermal boundary” (discontinuità termica) tra l’aria fredda siberiana e l’aria calda ed umida del Pacifico sub-tropicale, tagliando alla base il promontorio anticiclonico del Pacifico centro-occidentale. Questo “cut-off” anticiclonico porterà all’isolamento di una poderosa cellula anticiclonica bloccante sull’Alaska.

La singolare circolazione atmosferica, alle medie e alte latitudini dell’Oceano Pacifico, è sostenuta da una vasta anomalia termica negativa superficiale sul settore centro-occidentale di quell’oceano alle medie latitudini boreali. Il consueto, lento, moto retrogrado dei “blocking” delle alte latitudini, porterà verso la Siberia la cellula anticiclonica bloccante dell’Alaska, consentendo di nuovo l’esplicarsi del “forcing” prodotto dalle anomalie termiche della superficie oceanica. Nel medio-lungo termine si svilupperà così una vasta saccatura in quota sul Pacifico centrale, fusa con profondi vortici polari posizionati presso le coste artiche del Canada e dell’Alaska.
Sempre nel medio-lungo termine, il “blocking” migrato sulla Siberia si fonderà con una vasta onda planetaria asiatica a curvatura anticiclonica, alimentata da “forcing” orografici e di derivazione tropicale. Questi ultimi saranno sostenuti dalla graduale migrazione della fase attiva della MJO sull’Oceano Indiano occidentale, con possibile sviluppo di tifoni sul Mare Arabico e a nord del Madagascar.

I “forcing” di derivazione tropicale tenderanno invece ad attenuarsi gradualmente sul Mediterraneo, specialmente dopo il 4-5 maggio, sempre per l’allontanamento verso levante della MJO. Ne approfitteranno subito le correnti perturbate atlantiche che demoliranno rapidamente il promontorio anticiclonico europeo.
Le prime perturbazioni atlantiche interesseranno prevalentemente l’Europa centro-settentrionale, spingendosi poi sull’Est Europeo.
Nel lungo termine, probabilmente, si formerà un blocco anticiclonico sul Nord Atlantico, associato ad un vistoso “split” del getto polare. Il ramo meridionale del “jet stream” del fronte polare penetrerà sull’Europa meridionale interessando anche gran parte del Mediterraneo.
A valle dell’HP di blocco dovrebbero manifestarsi colate artiche dirette prima sull’Europa centrale poi, in seguito ad un marcato “west shift”, su quella occidentale, col conseguente sviluppo di un flusso sud-occidentale perturbato su gran parte del Mediterraneo centro-occidentale.
Il terzo mese della primavera climatica, dunque, dopo un esordio quasi estivo, dovrebbe essere caratterizzato da una spiccata variabilità atmosferica. Ci saranno occasioni a ripetizione per instabilità, anche perturbata, soprattutto al centro-Nord, con notevoli oscillazioni nel campo termico.
L’estate, dunque, è ancora lontana!

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