Anticiclone agli sgoccioli:
possiamo apporre la parole fine su un lungo periodo di dominio anticiclonico. La natura africana, ben nota a tutti, è quella che ha implementato l’ennesimo surplus termico, con apice che fu raggiunto sul finire della scorsa settimana. E’ bene rammentare che le temperature, in quel periodo, videro la soglia critica dei 30°C. Un valore mica da ridere, considerando che eravamo entrati nell’ultima decade di ottobre. Poi ci sono state le nebbie, le foschie, ma anche le piogge.
Le piogge? Nelle isole:
è bene specificarlo perché qualcuno potrebbe, giustamente, considerarci poco professionali. Le precipitazioni si sono verificate prima in Sardegna, poi in Sicilia, dove insistono tuttora. La causa è nota quanto lo era l’Anticiclone, ovvero l’arrivo di una perturbazione dalla Spagna che pur cozzando sul muro anticiclonico, è riuscita nell’intento di indebolirne la base. Un indebolimento che è stato accentuato da quella che abbiamo definito “azione a tenaglia”, perché ad est c’è stata un’altra goccia fredda che ha provocato piogge a carattere alluvionale in alcune aree della Turchia occidentale.
Nebbie, c’è chi sta peggio di noi:
la dislocazione della matrice africana ha fatto sì che le nebbie insorgessero soprattutto nelle regioni del versante adriatico. Le più dense, nei giorni scorsi, si sono concentrate tra la bassa pianura veneta e le coste marchigiane. Ora, invece, a seguito dello spostamento anticiclonico, nebbie e foschie sono apparse in maggior misura nelle regioni di nordovest e nelle valli delle centrali tirreniche. Ma, come detto, c’è chi sta peggio. La Mitteleuropa, coinvolta da una struttura altopressoria che si estende sino alla Groenlandia, ha creato le condizioni ideali per le tipiche nebbie da inversione. Più che nebbia sarebbe giusto definirlo nebbione, perché oltre a persistere localmente per intere giornate, si è estesa dalla Francia alle Repubbliche Baltiche, passando per il Regno Unito, la Repubblica Ceca e l’Ucraina.
Scandinavia al gelo:
in queste ore stiamo assistendo al primo, vero raffreddamento del comparto Russo-Scandinavo. L’irruzione Artica, pilotata da una porzione del Vortice Polare, sta guadagnando terreno verso sud ed è giunto in Bielorussia. Ma nei prossimi giorni assisteremo ad una rapida propagazione sull’Europa centrale, dove il clima diverrà improvvisamente invernale al punto tale che su alcune Nazioni potrebbero verificarsi copiose nevicate a quote pianeggianti.
Gli effetti in Italia:
come detto, nel weekend arriverà una prima perturbazione da ovest. E’ quel che resta dell’ampia depressione che ha prodotto le tremende alluvioni della Francia Pirenaica e delle Comunità nord occidentali Spagnole. Ma l’aspetto certamente più interessante è il ruolo che svolgerà nel calamitare parte dell’aria fredda accumulatasi a nord delle Alpi.
Dall’estate all’inverno?:
Sì, lo confermiamo. Tra sabato e domenica giungerà il freddo, con effetti più evidente nelle regioni centro settentrionali. Pensate, la quota neve scenderà così velocemente che verranno imbiancate le colline del nordest e probabilmente anche dell’Emilia Romagna. Su Marche, Abruzzo e Molise, invece, nevicherà attorno ai 1000 metri ma con excursus a quote inferiori in concomitanza delle precipitazioni più intense.
Focus: evoluzione sino al 06 novembre 2012
Domani sarà l’ultimo giorno di bel tempo, salvo un po’ d’instabilità residua nelle due isole maggiori. Dalla sera, però, cominceranno ad affluire nubi medio alte in direzione del nordovest e della Sardegna. Si tratterà del primo sintomo del peggioramento, che si manifesterà venerdì proprio a partire dal nordovest, dalle centrali tirreniche e dalla nostra isola. Sabato, poi, sarà sicuramente la giornata peggiore perché si verrà a creare una Bassa Pressione che richiamerà l’aria fredda artica. Il maltempo diverrà intenso e come detto assisteremo ad un brusco abbassamento delle temperature sulle regioni settentrionali. I venti diverranno ovunque intensi, con Bora burrascosa sull’alto Adriatico. Domenica, poi, le temperature caleranno sensibilmente nelle altre regioni e con esse la quota neve. Sicuramente ci sarà un miglioramento al settentrione, in Sardegna e nelle centrali tirreniche, mentre altrove ci aspettiamo molte precipitazioni.
Dopodiché ci sarà spazio per un breve, temporaneo miglioramento, a cui seguirà l’arrivo di un’altra perturbazione da ovest. La sua natura sarà atlantica e non dovrebbe richiamare altra aria fredda. Pioverà e nevicherà sull’arco alpino, ma soltanto oltre i 1500 metri. Per i primi Novembre, ponte di Ogni Santi, le proiezioni sono contrastanti. C’è chi indica un ritorno dell’Alta Pressione, chi invece propone una prosecuzione del regime di variabilità per correnti mediamente occidentali.
Evoluzione sino al 11 novembre 2012
Si procederà a grandi passi verso la piena maturità autunnale e difatti non escludiamo che dopo le festività possa manifestarsi una nuova ondata di aria fredda.
In conclusione.
L’autunno sembra in grado di accelerare e come successo negli ultimi anni, si rischia di piombare improvvisamente nell’inverno.