LACUNA INSTABILE Il bacino centro-occidentale del Mediterraneo è alle prese con uno scenario decisamente turbolento, per effetto della presenza di una vasta area di bassa pressione con perno centrato sull’Iberia. Correnti dai quadranti sud-occidentali risalgono l’asse della saccatura investendo l’Italia e le zone balcaniche occidentali, dove hanno gioco facile i temporali, specie nelle ore più calde del giorno. Più in alto, concentrando lo sguardo sul Nord Europa, notiamo una striscia di bel tempo che abbraccia parte del Regno Unito , Mare del Nord e fascia meridionale baltica: in quest’area si è inserita una sottile ansa anticiclonica, che separa l’area ciclonica più a sud da una nuova saccatura fredda che è in procinto di affondare dalle latitudini settentrionali scandinave.
RITORNO DELLA PIOGGIA AL NORD Il vero evento è costituito dalle precipitazioni diffuse su parte del Nord: mercoledì era toccato al Nord-Ovest, mentre quest’oggi in mattinata è stata la volta del Nord-Est. I fenomeni sono risultati più incisivi sulle zone alpine e prealpine, a carattere temporalesco, e concedono un sospiro di sollievo nelle zone più colpite dalla siccità. Sulle Prealpi friulane si sono localmente superati i 100 millimetri dalla mezzanotte: il l Pluviometro della Stazione di Malga Valine ha registrato un accumulo notevole nelle ultime 24 ore pari a ben 182.2 mm. In quota è tornata la neve, con imbiancate diffuse in quota al di sopra dei 1700-1800 metri d’altezza.
TEMPORALI POMERIDIANI DIFFUSI Il sistema frontale ha lambito anche le regioni centrali, in particolare l’Alta toscana, mentre un altro ammasso nuvoloso ha interessato il Sud apportando piogge e rovesci più abbondanti in Sicilia, tra ennese e catanese. Nelle prime ore pomeridiane, a causa dell’elevato contenuto d’instabilità in atmosfera, si sono sviluppate numerose celle temporalesche lungo la dorsale appenninica, dai settori emiliani fino al Molise, ma con coinvolgimento anche dei settori umbri e dell’entroterra laziale. Gli acquazzoni sono risultati localmente intensi, accompagnati da frequenti episodi grandinigeni, fra i quali citiamo quello che ha colpito L’Aquila, dove peraltro il 6 aprile ricorrerà il terzo anniversario dal disastroso terremoto.