Ci siamo già occupati recentemente delle condizioni del tempo in Nuova Zelanda per evidenziare un periodo di piogge e temperature basse con cui l’estate ha accolto il paese oceanico.
Nei giorni scorsi il maltempo ha concesso finalmente una tregua e un campo di alta pressione ha preso possesso del Mare di Tasmania, convogliando verso la Nuova Zelanda venti caldi nord-occidentali, che hanno spinto in alto i termometri specie sulla costa orientale dell’Isola del Sud, anche per effetto dei venti di caduta dalle Alpi Neozalendesi.
Già il giorno 13 Christchurch vedeva impennare la colonnina di mercurio fino a raggiungere 28.8°C, oltre 10 in più rispetto al giorno prima, ma il giorno 15 registrava addirittura +33.4°C, non distante dal suo record di +35°C.
Invercargill, cittadina dell’estremo sud dell’arcipelago, raggiungeva invece il giorno 14 i 25.5°C, rispetto ad una media di +17°C e ad un record di +29°C.
Anche le altre città della costa orientale dell’Isola del Sud raggiungevano temperature considerevoli: a Timaru la colonnina di mercurio si portava sopra i 30 gradi per due giorni consecutivi, il 14 e il 15 gennaio, in confronto ad una media di +21°C ma ad un record di +37°C; a Dunedin si raggiungevano i +29.7°C il giorno 16, ormai all’epilogo di questa breve ondata di caldo.
Già dal giorno 16 infatti, il ritorno del flusso umido oceanico e di una circolazione orientale, con conseguente ritiro dell’anticiclone verso l’Australia, ha posto momentenamente fine a questo breve periodo di caldo, portando piogge piuttosto consistenti, con accumuli fino a 70.8 mm a Puysegur Point, a 51.4 mm a Secretary Island, a 43.8 mm a South West Cape e a 42.4 mm ad Hast, e temperature nuovamente più fresche.
Invercargill il 17 gennaio ha infatti registrato una massima 15.4°C, un paio di gradi più bassa rispetto alla media stagionale.