La graduale intromissione dell’ala orientale dell’anticiclone in direzione del Mediterraneo Centrale va a contrapporsi con il continuo afflusso d’aria moderatamente fredda che coinvolge gran parte dell’Europa Centro-Settentrionale: il perno della saccatura resta centrato in Scandinavia e il clima resta decisamente invernale sul cuore del Continente. Diverso invece lo scenario alle nostre latitudini, con la spinta anticiclonica che anzi inizia a convogliare nuovi apporti d’aria mite, con temperature di nuovo in risalita ad iniziare dalla Penisola Iberica dove si sono superati in diverse zone i 20-22 gradi.
I massimi effetti dei diversi impulsi instabili hanno interessato non solo le nazioni centrali dell’Europa, ma anche tutta la fascia alpina dove la fenomenologia si è esaltata per l’effetto stau derivante dall’addossamento della massa d’aria verso i contrafforti alpini. Nevicate abbondanti hanno così coinvolto la parte del comparto alpino elvetico, ma anche i settori montuosi francesi dove in certe zone, nell’arco d’appena 24 ore in quota si sono accumulati anche fino a 100 centimetri di neve fresca.
Un’ottima notizia di sicuro, anche se tutta questa neve certo non colma il deficit dell’assenza di fenomeni nevosi per quasi tutto l’autunno. Non va poi sottovalutato che queste precipitazioni nevose abbondanti hanno interessato solo il versante nord-alpino, mentre sulle restanti zone, quindi in particolare sull’Italia, continua la forte carenza di neve. Solo le creste di confine, dalla Val d’Aosta all’Alto Adige, hanno visto le nevicate sfondare e giungere anche a quote localmente prossime ai 1000 metri