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Ma perché non nevica al Nord, dov’è finita l’ondata di freddo?

di Andrea Meloni
26 Gen 2005 - 13:33
in Senza categoria
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Michael k. (forum MTG): neve con arcobaleno nel bellunese, foto di qualche giorno fa.
Il problema tutto italiano sulle previsioni del tempo è considerevole, vediamo alcuni dei principali aspetti:

quello più importante è dovuto alla cattiva cultura, la scarsa conoscenza nell’italiano medio del significato di bollettino meteo. Anche in medicina la prognosi può non essere esatta, chi ti chiede di fare un investimento di danaro difficilmente ti garantisce un certo reddito. Ma i paragoni sul forse avrai questo o quello sono infiniti, eppure in meteorologia si pretende precisione.

La gente comune, che siano laureati anche tre volte, spesso confonde il significato di report meteo del tempo passato con previsione del tempo. Vi sembra strano? Anche a me! Ed allora le difficoltà di comunicazione aumentano.

In questi giorni, attraverso il Meteo Giornale, più volte si è detto che l’aria di origine artica marittima è costituita da una “colonna d’aria” con forte gradiente termico verticale, in sostanza, vi è un costante raffreddamento dal suolo verso l’alto di 5000/6000 metri e più.

Le masse d’aria di origine siberiana, già meno spesse (in genere non vanno oltre i 2000 metri) sono relativamente più fredde al suolo che in quota: l’aria fredda si deposita nei bassi strati e il loro effetto su buona parte dell’Italia, ma specie in Val Padana è più immediato.

Ogni volta che l’Italia è interessata da irruzioni di aria artica marittima, salvo casi particolari, il Nord Italia inteso come zone densamente popolate, inizialmente non percepisce alcun effetto, ed anzi, se nelle giornate precedenti, come in questo caso, vi erano nebbia e inversione termica, il ricambio di aria ha fatto persino salire le temperature.

Quindi se nella bassa Pianura Padana si aveva qualche giorno fa una minima di -4°C ed una massima di +2°C, in questi giorni si hanno quasi gli stessi valori. Il freddo che c’era veniva causato delle inversioni termiche, ed in montagna l’aria era mite.

Vi è poi da aggiungere che è andata peggio in alcune località di valle delle Alpi, dove il vento di caduta (foehn) ha generato un sensibile aumento della temperatura, con umidità ridotta al 10/15%.

Tutto ciò avviene mentre si hanno notizie di neve alle periferie collinari di Catania, di Cagliari, di Napoli, Tunisi. Insomma, in luoghi dove la neve non è di certo molto considerata nella media climatica.

Definire le previsioni sbagliate non è proprio esatto, l’aria fredda è giunta in Italia e si sente il suo effetto nei rilievi alpini, perlomeno quelli esposti, ecco alcune minime di stanotte:

S. VALENTINO ALLA MUTA -13.6
PASSO ROLLE -17.2
MONTE PAGANELLA -17.6
DOBBIACO -16.6
PIAN ROSA -29.6
MONTE CIMONE -14.4

Si tratta di valori bassi, sovente raggiunti anche con forte vento. Ed allora niente freddo?

Ma alla domanda di quando nevicherà a Milano e tante città padane non posso rispondere, l’evoluzione proposta dai modelli matematici è complessa. Tuttavia posso dire che nei prossimi giorni farà freddo anche in Val Padana, perché con il proseguire dell’irruzione di aria artica, le correnti potrebbero giungere da est, con maggiore matrice continentale, oltre che evitando le Alpi. Inoltre avremo anche l’estendersi ai bassi strati del freddo, che nelle irruzioni artiche avviene con maggior lentezza.

Per concludere, il freddo intenso si farà sentire anche nelle pianure del Nord, ma non ci saranno ondate di gelo da record come dissi qualche tempo fa, tuttavia a fine evento trarremo le conclusioni, e per finire, forse la neve in Val Padana non è immensamente lontana, ma ben sapete che per averla abbondante serve una perturbazione da ovest.

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