Agosto è iniziato con l’Estate che finalmente sembra di nuovo scalpitare, ma vale di certo la pena fare un piccolo bilancio su quel che ci siamo lasciati immediatamente alle spalle. La forte crisi stagionale, un evento di assoluto rilievo in questo periodo, era iniziata ancor prima della settimana appena trascorsa, più o meno subito dopo metà mese. La persistenza del blocco instabile e freddo sul cuore dell’Europa ha fatto la differenza e proprio l’ultima settimana ha segnato la massima crisi delle tipiche condizioni meteo estive anche in pieno Mediterraneo: l’elemento che maggiormente colpisce è il massimo di anomalia proprio sull’Italia Centro-Settentrionale, dove si sono registrati scarti anche di 5-6 gradi dalla norma.
Un’ampia fetta dell’Europa Centro-Occidentale ha avuto clima più fresco della norma, mentre è andata in modo ben diverso sui settori più orientali del Continente ed anche in sede scandinavi, ove i continui flussi di aria in risalita dalle latitudini sub-tropicali, in scorrimento sul bordo periferico della vasta sacca perturbata, hanno determinato caldo più incisivo in sede russa, specie sui settori meridionali dove le temperature massime hanno raggiunto a più riprese picchi estremi di oltre 40 gradi.
Questo schema barico, che ha letteralmente spaccato su due fronti distinti le dinamiche meteo del Continente Europeo, ha prodotto notevoli contrasti termici: laddove sono venute a scontrarsi l’aria più fredda e quella più calda si sono avuti episodi localmente di forte maltempo, che hanno generalmente penalizzato le stesse zone. Non a caso, le precipitazioni più intense hanno interessato ancora parte delle zone balcanico-danubiane, l’area dei Carpazi e la Polonia. Non sono mancate situazioni di maltempo, seppure più localizzate, anche sulle nazioni baltiche e settori orientali del Continente.