Nella prima decade del mese il caldo anomalo ha dominato su quasi tutta Europa, raggiungendo livelli anomali più marcati sulle nazioni occidentali e sulle regioni alpine. La situazione è radicalmente cambiata nel corso dell’ultima settimana, anche se non si è poi del tutto stravolta, nel senso che assistiamo ad un Continente ancora sostanzialmente spaccato su due fronti, fra le zone centro-orientali e quelle occidentali: le prime sono infatti state esposte ad una più efficace influenza d’aria fredda in discesa dalle alte latitudini, la quale ha portato valori un po’ sotto la norma, mentre sulle seconde ha comunque ancora la meglio l’anticiclone e le temperature oltre norma. In precedenza, il caldo anomalo aveva colpito con molta più forza proprio i settori occidentali europei.
Le anomalie termiche positive si sono tuttavia nettamente ridotte sulle zone occidentali europee e sull’Italia: l’influenza anticiclonica è stata più marginale e meno arroventata, per l’assenza di quei contributi d’aria nord-africana che avevano favorito il caldo epocale. Solo sulla Penisola Iberica rifornimenti di correnti sub-tropicale hanno mantenuto le temperature su livelli pienamente estivi, con isolati picchi di poco oltre i 30 gradi. Siamo comunque anche da queste parti rimasti distanti dalle temperature eccezionali d’inizio mese, che erano culminate con il record assoluto di caldo a livello europeo mai misurato nel mese di aprile (39 gradi su Orihuela).