L’attesa perturbazione d’origine atlantica è ormai giunta sui settori più occidentali dell’Italia: in realtà si tratta solo dell’avanguardia dell’intero sistema perturbato, con il ramo freddo al momento ancora disteso tra la Francia ed il Mediterraneo Occidentale. Non di rado, può accadere che i fenomeni più intensi si celano proprio sulla scia pre-frontale della perturbazione, stante l’alimentazione caldo-umida nei bassi strati.
Lo scenario che stiamo osservando questa mattina fa proprio parte di questa casistica: intensi temporali di natura prefrontale si stanno continuamente autorigenerando da diverse ore sulla parte savonese del Ponente Ligure fino alle porte di Genova. La stazionarietà del fronte temporalesco deriva dalle peculiarità orografiche della zona che costringono l’aria a salire, innescando un meccanismo di massima convergenza: il problema deriva quindi proprio dalle particolari correnti e quest’intenso richiamo sciroccale appare preoccupante per la notevole intensità dei fenomeni in atto già da diverse ore.
Le proiezioni modellistiche di stima delle piogge ad alta risoluzione avevano ben evidenziato la possibilità di elevati quantitativi pluviometrici, ma la realtà va ben oltre le più pessimistiche previsioni: fra i dati di maggior rilievo delle precipitazioni finora cadute (e ancora in atto) dalla tarda serata di ieri sull’entroterra tra Genova e Savona, spiccano i dati pur provvisori di quasi 300 millimetri nella località di Il Pero (zona collinare non lontano da Varazze), 260 mm ad Alpicella, 227 mm a Monte Beigua, 210 mm a Lerca e quasi 200 mm a Piampaludo! Il confine delle grandi piogge è attualmente posto sui quartieri del ponente di Genova, ma sta rapidamente allargando il raggio d’azione verso il cuore del capoluogo.