La seconda parte dell’autunno e la prima parte dell’inverno sono statisticamente i periodi in cui è massima la differenza di temperatura tra nord e sud d’Italia.
Al Nord, che geograficamente si trova nell’Italia continentale, il clima tende a farsi relativamente rigido già nel mese di ottobre, quando il suolo comincia a cedere all’atmosfera maggior energia di quella che riceve dal sole. Eccezione parziale la Liguria marittima.
Al Centro e al Sud, che geograficamente si trovano nell’Italia peninsulare e insulare (Sicilia e Sardegna), il periodo di transizione tra l’estate e l’inverno è più dolce, mitigato dal mare e da una latitudine meno elevata, che ne preservano condizioni miti in genere fino all’inizio di dicembre. Eccezioni parziali le valli più interne e le zone più settentrionali di quest’area.
Capita però in alcune occasioni, con particolari disposizioni bariche, che queste differenze si acuiscano ancor più di quanto indicato dalla climatologia.
E’ la situazione che si sta vivendo oggi e prevalente ormai da almeno un paio di settimane.
Le condizioni meteo odierne sono infatti improntate ad una marcata fase di maltempo di stampo invernale su quasi tutto il Nord Italia, con nevicate a quote di pianura su Piemonte, Lombardia ed Emilia occidentale, e a quote di collina altrove, anche in Liguria dove la costa è sferzata da una forte e fredda tramontana. Solo lentamente, durante la giornata, le precipitazioni nevose stanno lasciando spazio alla pioggia e a qualche schiarita in Romagna. Le temperature sono rigide, in genere sotto i 5 gradi, spesso attorno allo 0, con solo qualche isolato superamento della soglia dei 10 gradi sulla Riviera di Levante e la costa giuliana.
Il Centro è già sotto l’influsso delle miti correnti sud-occidentali, che al suolo spesso girano da sud-est, con cieli perlopiù nuvolosi e qualche fenomeno di pioggia concentrato soprattutto in Toscana. Proprio in Toscana troviamo i valori termici più bassi, attorno ai 10 gradi, mentre già a Roma se ne registrano 15, e quasi 20 in alcuni tratti delle coste adriatiche.
Tempo ancora migliore al Sud, qualche maggiore addensamento è presente in Campania, ma in genere prevale il sole col cielo solcato da qualche nube.
I termometri raggiungono i 20 gradi in Sicilia, li sfiorano in Sardegna: è nelle due isole maggiori che si respira aria di primavera, di una ventosa primavera.
La situazione odierna, come già anticipato, non è isolata. Ormai da un paio di settimane il Nord Italia è direttamente coinvolto dalla grande ondata di gelo che ha colpito l’Europa centrale e occidentale, e che ha determinato, a partire dal 26 novembre, numerose nevicate fino al piano o a quote basse. Il Centro e il Sud Italia sono invece stati interessati principalmente dal ritorno di masse d’aria molto più miti dal Mediterraneo (spesso umide) o dal Nord Africa, e solo sporadicamente e parzialmente dagli afflussi freddi di origine artica.
Le conseguenze di questa circolazione atmosferica le stiamo sperimentando oggi, ma si possono individuare anche nei dati termici della parte finale di novembre e di questi primi giorni di dicembre. Soffermandoci sui primi giorni di questo mese, notiamo come al Nord Ovest le temperature siano state circa 3 gradi sotto la media pluridecennale, al Nord Est circa 1,5 gradi sotto, e al Sud dai 2 ai 2,5 gradi sopra le medie. Tradotto in termini assoluti significa che al Sud, nei primi 5 giorni del mese, le temperature sono state mediamente 11 gradi superiori rispetto a quelle del Nord, con punte, nel confronto tra singole città e sulla singola giornata anche superiori ai 20 gradi. Si pensi, per un confronto, che nelle zone d’Italia a più spiccate caratteristiche climatiche marittime, 15 gradi è la differenza tra le temperature medie del mese più freddo con quelle del più caldo!
Sembra la ripresa di quanto avvenuto a lungo durante l’inverno dell’anno scorso, con le aree settentrionali d’Italia, soprattutto quelle del Nord Ovest, fortemente condizionate dalla circolazione fredda depressionaria che in modo semi-permanente aveva stazionato sull’Europa centro-occidentale, come risposta ai continui afflussi artico-russi, e il Centro-Sud Italia sotto l’influsso prevalente dell’aria mite di ritorno dal basso Mediterraneo. Sarà tutto l’inverno sulla falsariga del precedente? Come già evidenziato da articoli di altri colleghi questa fase sta per giungere al termine e potrebbero esservi le condizioni affinché in futuro le colate artiche prendano una traiettoria meno occidentale e settentrionale di quanto avvenuto fino ad oggi.