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15/16 ottobre 1987: la Grande Tempesta sconvolge l’Inghilterra

di Giovanni Staiano
10 Ott 2010 - 09:02
in Senza categoria
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15/16-ottobre-1987:-la-grande-tempesta-sconvolge-l’inghilterra
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L'animazione (fonte www.astrosurf.com) mostra il movimento del minimo depressionario, accompagnato da venti da uragano, tra le 0 e le 6 del 16 ottobre 1987. Nella seconda immagine (fonte www.guardian.co.uk) la foresta della Toys Hill, la collina più alta del Kent, rasa al suolo dalla forza distruttiva del vento.
la grande tempesta del 15 16 ottobre 1987 prima parte 18892 1 2 - 15/16 ottobre 1987: la Grande Tempesta sconvolge l'Inghilterra
Nella sera del 15 ottobre 1987 e per tutta la notte successiva la “Great Storm” (Grande Tempesta) investì con violenza praticamente tutta l’Inghilterra meridionale con venti da uragano. Le raffiche raggiunsero i 196 km/h a Gorleston, Suffolk, e i 181 km/h a Shoreham, in Sussex. Altri picchi di raffica violentissimi furono i seguenti: Langdon Bay, Kent, 173 km/h, Sheerness, Kent, 171 km/h, Ashford, Kent, 170 km/h, London Weather Centre, central London, 150 km/h. Questa tempesta, che ebbe effetti devastanti anche in Francia, è stata una delle peggiori, se non la peggiore, del XX secolo, in Inghilterra sudorientale.

Nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 1987 una perturbazione insolitamente forte, associata a una depressione molto profonda, colpì gran parte dell’Inghilterra meridionale e della Francia settentrionale. Si è trattato della peggiore tempesta in Inghilterra dal 1703 ed è stata responsabile della morte di almeno 34 persone, 19 in Inghilterra e 15 in Francia. Secondo la scala di Beaufort di intensità del vento, la tempesta aveva venti di uragano, tuttavia il termine uragano si riferisce a cicloni tropicali, quindi tempeste “a cuore caldo”, originari del Nord Atlantico, mentre in questo caso si è trattato di una profonda depressione extratropicale. Tempeste come quella del 15/16 ottobre 1987 sono da ritenersi eventi rari, con tempi di ritorno dell’ordine delle centinaia di anni, tuttavia la tempesta “Burns’Day” colpì il Regno Unito nel gennaio del 1990, meno di tre anni più tardi, con intensità paragonabile.

Quattro o cinque giorni prima della tempesta, i meteorologi avevano previsto brutto tempo per il giovedì e venerdì successivi, appunto il 15 e 16 ottobre. Verso metà settimana, però, le previsioni meteo erano un po’ equivoche. Piuttosto che maltempo su gran parte del Regno Unito, i modelli prevedevano che il maltempo stesso non sarebbe giunto più a nord del Canale della Manica e delle zone costiere del sud dell’Inghilterra. Durante il pomeriggio del 15 ottobre, i venti erano leggeri su gran parte del Regno Unito e il gradiente di pressione era modesto. Una depressione stava allontanandosi lentamente verso nord sul Mare del Nord, al largo della Scozia orientale, mentre nel Golfo di Biscaglia, una depressione si stava sviluppando.

Probabilmente l’interazione tra un sistema frontale vicino al nordovest della Spagna, una zona di bassa pressione anch’essa vicino alla Spagna nord-occidentale, aria calda che scorreva verso est per effetto della presenza dell’uragano Floyd (che si trovava a est degli Stati Uniti), temperatura più alta del normale del mare nel Golfo di Biscaglia e aria fredda in movimento verso sud dall’Islanda verso l’Iberia permisero alla depressione presso la Spagna nord-occidentale di approfondirsi rapidamente a formare la “Great Storm” e di spostarsi poi molto velocemente verso nord-est, raggiungendo il Mare del Nord settentrionale transitando per il nord-ovest della Francia e l’Inghilterra durante il 15 e 16 ottobre 1987.

L’aria fredda in movimento verso sud dall’Islanda all’Iberia e l’aria calda “in uscita” dall’uragano Floyd, situato in Atlantico non lontano dall’Iberia, crearono un gradiente di temperatura eccezionalmente grande sopra l’Oceano Atlantico. Questo gradiente di temperatura fu un fattore essenziale per approfondire e sviluppare rapidamente la tempesta, a cui la temperatura elevata delle acque del Golfo di Biscaglia ha fornito abbondante energia e umidità.

Il primo avviso di burrasca per il Canale della Manica fu emesso alle 6.30 UTC del 15 ottobre, seguito, 4 ore dopo, da avviso di burrasca “severa”. Alle 12.00 UTC del 15 ottobre, la depressione che si era originata sul Golfo di Biscaglia era centrata intorno 46°N 9°W e il minimo di pressione era 970 hpa. Alle 18.00 UTC, il minimo si era portato verso nordest, a circa 47°N 6°W, approfondendosi fino a 964 hpa. Alle 22.35 UTC, erano ormai previsti venti di forza 10. A mezzanotte, la depressione era sopra la Manica occidentale e la sua pressione centrale era 953 hpa. Alle 1.40 UTC del 16 ottobre, è stato emesso l’avviso di forza 11. La depressione si era spostata rapidamente a nord-est, raggiungendo l’estuario dell’Humber intorno alle 5.30 UTC, momento in cui la sua pressione centrale era 959 hpa. Forti aumenti di temperatura sono stati associati con il passaggio del fronte caldo della tempesta. Molte località registrarono temperature tra i 15° e i 17°C, nel sud dell’Inghilterra, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre.

E’ oggi chiaro che per le zone di mare gli avvisi di maltempo sono stati tempestivi e adeguati, anche se le previsioni per le aree territoriali hanno lasciato molto a desiderare. Durante la serata del 15 ottobre, radio e TV parlavano del rischio di forte vento, ma indicavano nelle forti piogge, piuttosto che nel vento, la caratteristica principale dell’ondata di maltempo in arrivo. Al momento in cui la maggioranza delle persone andò a dormire, la possibilità di un vento di intensità eccezionalmente forte vento non era stato menzionata nei canali radio e televisivi nazionali. Avvisi di maltempo erano stati rilasciati, tuttavia, da diverse agenzie e autorità di emergenza, tra cui la London Fire Brigade. Forse il più importante avviso è stato rilasciato dal Met Office al Ministero della Difesa alle 1.35 UTC del 16 ottobre. In esso si avvisava che le conseguenze della tempesta potevano essere tali che per le autorità civili sarebbe stato forse necessario richiedere l’intervento dei militari.

Nel sud-est dell’Inghilterra, dove si ebbero i danni più gravi, raffiche di 70 nodi (130 km/h) o più sono state registrate diffusamente e per tre/quattro ore consecutive. Durante questo tempo, il vento girò da sud a sud-ovest. Nel nord-ovest di questa regione, ci sono stati due massimi in velocità di raffica, separati da un periodo di velocità del vento leggermente più bassa. Durante il primo massimo, la direzione del vento era sud, durante il secondo era sud-ovest. Il tipo di danni riscontrato nel sudest dell’Inghilterra ha fatto presumere che trombe d’aria abbiano accompagnato la tempesta.

La tempesta ha fatto landfall in Cornovaglia, prima di spostarsi a nordest, verso il Devon e quindi le Midlands. Le raffiche più forti, fino a 100 nodi (quasi 190 km/h), sono state registrate lungo il limite sudorientale della tempesta, colpendo principalmente Essex e Kent.

La tempesta ha causato danni sostanziali su gran parte dell’Inghilterra, abbattendo circa 15 milioni di alberi tra cui sei delle famose sette querce famose di Sevenoaks, alberi storici a Kew Gardens, Wakehurst Place, Nymans Garden, Hyde Park (Londra) e Scotney Castle e la maggior parte degli alberi di Chanctonbury Ring, bloccando strade e ferrovie e causando diffusi danni strutturali agli edifici. Diverse centinaia di migliaia di persone sono rimaste senza elettricità, che non è stata completamente ripristinata fino a più di due settimane dopo. Funzionari locali di società elettriche in seguito hanno detto che hanno perso più cavi nella tempesta che in tutto il decennio precedente. In mare, oltre al naufragio di molte piccole imbarcazioni, da segnalare una nave capovolta a Dover e un traghetto Sealink, l’MV Hengist, che è stato trainato a riva a Folkestone.

A Londra, molti dei platani lungo le strade sono stati abbattuti durante la notte, bloccando strade e schiacciando auto parcheggiate. Ponteggi e cartelloni pubblicitari sono crollati in molti luoghi e molti edifici sono stati danneggiati. La mattina seguente, la BBC Television Centre di White City non era in grado di funzionare a causa dell’interruzione di corrente, e il programma Breakfast Time della BBC è stato trasmesso da uno studio di emergenza nel centro di Londra, a rafforzare l’impressione di una emergenza nazionale. Gran parte del trasporto pubblico nella capitale non era funzionante, e alla gente è stato consigliato di non andare al lavoro.

La tempesta ha colpito l’isola di Wight con la massima violenza verso le 2 del 16 ottobre. Lo Shanklin Pier, sulla costa sud-orientale dell’isola, è stato rotto in tre pezzi a causa di onde altissime. I piani per ricostruire il molo furono presto abbandonati e i resti del molo sono stati demoliti poco dopo. Un monumento si trova ora di fronte a quello che era l’ingresso del molo.

Interessante anche il fatto che, dopo la tempesta, vi sono stati aumenti di pressione record. Nelle prime ore del mattino del 16 ottobre, nel sud dell’Inghilterra, diverse stazioni hanno registrato incrementi barici tra 19 e 25 hpa in sole 3 ore.

La tempesta è costata alle assicurazioni 2 miliardi di sterline, diventando così il secondo più costoso evento meteorologico del Regno Unito.

Il Met Office fu severamente criticato dai giornalisti per non aver previsto la tempesta correttamente. L’ente condusse un’indagine interna da cui risultarono una serie di raccomandazioni. Principalmente, la copertura di osservazione dell’atmosfera sopra l’Oceano, a sud e ad ovest del Regno Unito, è stata migliorata aumentando la qualità e la quantità di osservazioni da navi, aeromobili, boe e satelliti. Continui perfezionamenti sono stati apportati ai modelli previsionali elaborati ai supercomputer e sono state apportate modifiche nella formazione dei previsori. Inoltre, sono state attuate riforme al modo in cui il Met Office emette gli avvisi di maltempo. Gli avvisi per la tempesta del Burns’Day, tre anni dopo (25/26 gennaio 1990), sono stati precisi e tempestivi.

Sotto accusa finì soprattutto il noto meteorologo Michael Fish. Famoso per i suoi modi informali e l’eccentrico gusto nel vestire (una volta ha indossato un blazer blu e verdi decorati con tutti i simboli del tempo), era uno dei previsori televisivi preferiti dagli spettatori. Nel corso di una previsione meteo alcune ore prima della “Great Storm”, Fish iniziò il suo intervento con l’ormai famigerata frase “Earlier on today, apparently, a woman rang the BBC and said she heard there was a hurricane on the way. Well, if you’re watching, don’t worry, there isn’t” (“All’inizio di oggi, apparentemente, una donna telefonò alla BBC e ha detto che ha sentito che c’è un uragano in arrivo. Beh, se ci stai guardando, non ti preoccupare, non c’è”). Sebbene probabilmente si riferisse, secondo quanto egli dichiarò successivamente, all’uragano Floyd e ai suoi effetti in Florida, la sua dichiarazione è passata alla cultura popolare come uno dei peggiori errori commessi pubblicamente.

Continua a:
https://www.meteogiornale.it/notizia/18893-1-la-grande-tempesta-del-15-16-ottobre-1987-seconda-parte

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