Nella media e alta troposfera dell’Emisfero Nord, negli ultimi 3-4 giorni, si è andata affermando una circolazione caratterizzata dallo sviluppo meridiano di 2 importanti ondulazioni anticicloniche.
Una nuova, prima “onda di Rossby”, si è sviluppata rapidamente sul Nord America occidentale, assecondata dal “forcing” orografico delle Montagne Rocciose. Non riesce però a crescere ulteriormente per l’effetto smorzante esercitato dal “forcing” termico continentale, d’opposta polarità.
La seconda onda risonante, molto stabile, risiede sui paesi finno-scandinavi ed estende la sua influenza a gran parte del continente europeo.
Nei prossimi giorni, secondo le proiezioni del modello GFS, un graduale sviluppo di blocchi anticiclonici alle alte latitudini sarà incoraggiato dalla tendenza alla rottura dei grandi flussi meridiani, prodotta dall’accelerazione del flusso zonale troposferico, soprattutto alle latitudini medio-alte. Ciò è favorito dalla presenza di un vortice polare stratosferico molto sviluppato, di forma ellittica, con profondo minimo, in ulteriore approfondimento. Il vortice si muoverà gradualmente dalla sede polare alla Groenlandia orientale, e tenderà a diventare quasi circolare.
Si riscontra, inoltre, una tendenza alla propagazione verticale d’onda nella bassa e media stratosfera che potrà determinare delle alterazioni nella circolazione stratosferica, con successive ripercussioni in quella troposferica.
Le dinamiche tropicali hanno ancora un significativo impatto sulla circolazione delle medie latitudini. Forcing tropicali d’elevata intensità incoraggiano la tendenza al blocco anticiclonico soprattutto sull’Oceano Atlantico.
Nell’Atlantico centro-orientale si sta, infatti, insediando un blocco anticiclonico dinamico, pulsante in senso meridiano, parzialmente connesso al blocco finno-scandinavo.
Sempre a causa della maggiore accelerazione del flusso zonale alle alte latitudini, la figura anticiclonica atlantica assumerà carattere estremamente baroclino. L’attività ciclonica più a nord eroderà e spazzerà verso levante il promontorio bloccante dell’Europa nord-orientale, collocandolo sulla Siberia centro-occidentale, mentre un’intensa corrente a getto attraverserà l’Oceano Atlantico avendo come bersaglio, soprattutto dopo il 17-18 dicembre, l’Europa meridionale e il Mediterraneo.
I principali blocchi anticiclonici si formeranno probabilmente tra la porzione settentrionale del Pacifico orientale e il settore di Bering e groenlandese dell’Artico. L’onda n°1 tenderà infatti a retrogradare, potenziandosi grazie alle anomalie termiche del Pacifico, fondendosi poi con il debole blocco artico presente da alcuni giorni sulle coste artiche della Siberia orientale.
Dal 23-24 dicembre anche il blocco anticiclonico siberiano dovrebbe realizzare un “meeting” con il blocco artico, alimentandolo ulteriormente.
In sintesi, col passare dei giorni, cessata un’effimera “wave2 pattern”, dovrebbe manifestarsi una circolazione emisferica a 3 grandi onde risonanti, connesse a robusti blocchi artici.
I vortici ciclonici in quota, originati dalla frammentazione del vortice ciclonico polare, si porteranno a latitudini sempre più basse. Il vortice freddo più vigoroso traslerà dall’Arcipelago Canadese all’Europa settentrionale, con marcate, temporanee, protensioni verso l’Italia.
L’Italia sarà ripetutamente interessata da sistemi perturbati che si muoveranno in una pronunciata banda di “westerlies” atlantici, con temporanee irruzioni d’aria artica.
Le radicali modifiche in atto nello scenario euro-atlantico si ripercuotono nelle oscillazioni dell'”indice NAO” (North Atlantic Oscillation). La NAO, ora con valori positivi, (oscilla intorno al valore +2,5) dovrebbe diventare moderatamente negativa (circa -1) tra una settimana.
Il bel tempo anticiclonico (nebbie a parte!) che è tornato a regnare sull’Italia è, dunque, effimero. Dovremo presto fare i conti con il volto più caratteristico di questo mese quasi sempre molto turbolento.
La classica calma che precede la tempesta!