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DESERTEC: ecco come l’Europa si convertirà all’energia solare

di Francesco Aliprandi
05 Nov 2009 - 06:44
in Senza categoria
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desertec:-ecco-come-l’europa-si-convertira-all’energia-solare
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Nella prima immagine una mappa del progetto DESERTEC con indicazione delle varie centrali ad energia rinnovabile (fonte www.trec-uk.org.uk). Nella seconda imagine la centrale di Kramer Junction, uno dei primi prototipi di centrale solare termodinamica (immagine di pubblico dominio).
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La spinta ad abbassare le emissioni di anidride carbonica e la fame di energia dell’Europa ha portato alla nascita del cosiddetto DESERTEC, un progetto che prevede la collaborazione dell’EU e dei paesi affacciati sul Mediterraneo e immediatamente confinanti – il MENA, Middle East and North Africa – al fine di costruire impianti ad energia rinnovabile da collegare alla rete europea. Si tratterebbe in sostanza di centrali solari di tipo termodinamico (delle quali si è già discusso su queste pagine) realizzate in aree desertiche e di parchi eolici posti principalmente off-shore lungo le coste del Marocco; un’insolazione annuale media fino a 3200 kWh/anno per metro quadro e velocità medie del vento che vanno dai 6-7 agli 11 m/s garantiscono rendimenti molto elevati per gli impianti e quindi un ritorno economico rapido.

Questa abbondanza di energia permetterebbe, sulla carta, di rispondere alla richiesta energetica europea con superfici tutto sommato molto modeste. Ad un impianto in condizioni reali di funzionamento, tenuto conto anche di fermi per manutenzione o guasti, si può assegnare un rendimento ipotetico di 0.15, mentre l’insolazione media da considerare può essere assunta pari a 1000 kWh annui per metro quadro (un valore medio corretto per un fattore di non ombreggiatura) cioè 150 GWh annui effettivi per chilometro quadrato. L’intera domanda odierna di energia elettrica dell’EU-27 verrebbe soddisfatta con centrali ricoprenti una superficie complessiva di meno di 20000 chilometri quadrati, cioè un quadrato di 136 km di lato: può sembrare tanto, ma è un’inezia se si pensa che il deserto del Sahara si estende per 9 milioni di chilometri quadrati.

Dato che l’obiettivo dichiarato del progetto è di arrivare a soddisfare nei prossimi decenni – secondo i proponenti entro il 2050 – il 15% della domanda di energia elettrica dell’EU, è immediato constatare che l’area impegnata sarebbe davvero ridotta; d’altra parte DESERTEC presenta una serie di aspetti positivi che trascendono la produzione di energia “pulita” in quanto tale, ad esempio una maggiore diversificazione delle fonti energetiche – e dei fornitori – per i paesi europei, così come una maggiore disponibilità di elettricità e di entrate monetarie per migliorare lo sviluppo nei paesi del MENA (si pensi ad esempio alla desalinizzazione dell’acqua marina). Le tecnologie necessarie per dar vita al progetto sono già tutte sviluppate e in alcuni casi operative da decenni, e secondo le istituzioni, società e aziende che si interessano al progetto le economie di scala permetterebbero di raggiungere in poco più di un decennio dei costi del chilowattora in linea con quelli delle centrali a carbone.

Il progetto prevede centrali solari a concentrazione piuttosto che fotovoltaiche perché le prime possono utilizzare sistemi di accumulo del calore tramite serbatoi di sali fusi; in tal modo risulta possibile produrre con maggiore continuità, al limite anche sull’intero arco della giornata – comprese le ore notturne – migliorando in questo modo quello che nella gestione delle reti elettriche si definisce dispacciamento. La trasmissione della potenza elettrica avverrebbe poi su di una rete in corrente continua ad alta tensione (HVDC) in grado di limitare le perdite rispetto alla tradizionale corrente alternata, soluzione già usata con ottimi risultati sia nel Nord Europa, sia in Italia (collegamento Toscana-Corsica-Sardegna). Questa rete non si limiterebbe a collegare i paesi a Sud del Mediterraneo con quelli a Nord del medesimo (Italia, Francia, Spagna), ma andrebbe in seguito ampliata fino a collegare tutte le centrali a energie rinnovabili dell’EU: le wind farm danesi e tedesche, gli impianti idrolelettrici alpini e le centrali geotermiche italiane e dell’Islanda.

Da questa breve presentazione si deduce che DESERTEC vuole rappresentare un tentativo di affrancare l’Europa dal consumo di combustibili fossili per la produzione di energia elettrica – almeno in parte – spingendo da un lato sullo sviluppo delle energie alternative, e dall’altro costruendo una rete elettrica di trasmissione internazionale che andrebbe a integrare quella già esistente, in risposta anche alle pressioni che giungono da più parti affinché si riduca la quantità di CO2 emessa in atmosfera.
Esistono però alcuni problemi da risolvere, di natura tecnica, economica e politica; al momento è quindi più corretto definire DESERTEC come una “visione” più che un progetto, come risulterà evidente nella seconda parte di questa breve presentazione.

Parte II – problemi tecnici, economici e geopolitici: www.meteogiornale.it/notizia/16729-1-il-progetto-desertec-2

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