Una bomba ciclonica d’estrazione artica, colma d’aria molto fredda in quota, sta mettendo a dura prova diverse zone continentali, in quella che è una fra le più precoci ondate tipicamente invernali avute negli ultimi decenni nel cuore di Ottobre. Come ben sappiamo, il passaggio da condizioni tardo-estive verso condizioni pressoché invernali è stato repentino anche sul nostro Paese, ma questo è avvenuto su diverse zone dell’Europa Centrale, mentre alle latitudini scandinave e sul Baltico già da qualche settimana le temperature si erano portate sotto la media stagionale.
Quest’affondo freddo ricorda da vicino la precoce invernata avuta nell’Ottobre 2007, in quel caso all’inizio della terza decade del mese. Il cambiamento è stato repentino sul cuore dell’Europa, poiché solo una settimana fa si erano raggiunte temperature elevatissime, addirittura prossime ai 30 gradi in diverse località poste fra Germania, Svizzera ed Austria: Vienna aveva toccato addirittura i 29 gradi, contro gli appena 6-7 gradi raggiunti oggi, passando da una situazione calda favonica ad un gelido stau con neve fino a quote piuttosto basse.
Il perno della circolazione artica si trova posto sul cuore dell’Est Europa, laddove le nubi tendono ad avvitarsi attorno ad un vortice ancora alimentato da apporti d’aria artica, favorendo nevicate fino in pianura tra Polonia e Romania: la neve è giunta ad imbiancare anche Varsavia e Cracovia,
L’immagine del Satellite appare eloquente e mostra l’imponente elevazione anticiclonica dall’Atlantico verso la Penisola Scandinava, consentendo così all’aria fredda artica di discendere lungo il bordo orientale del vasto anticiclone per inglobarsi nella spettacolare area fredda ciclonica continentale.
L’Italia è stata coinvolta solo in parte dall’avvezione fredda e, come già ampiamente sottolineato, la barriera alpina è risultata un ostacolo talvolta insormontabile per la penetrazione dell’aria fredda nei bassi strati. Tuttavia, quest’oggi un nuovo fronte d’aria fredda ed instabile è sopraggiunto lungo i versanti adriatici, portando neve fino a quote attorno agli 800 metri lungo il versante adriatico, ma addirittura anche sulla Puglia Garganica. A quote più basse e localmente fino a ridosso delle coste non sono mancate alcune spettacolari imbiancate, dovute perlopiù a rovesci di grandine o talvolta graupel, la cosiddetta neve tonda a granuli. La neve è così giunta a ridosso di alcune importanti località, fra le quali Campobasso e L’Aquila, ma su quest’ultima questo prematuro freddo risulta essere un bel problema per la popolazione terremotata, ancora in parte dislocata nelle tendopoli.
Il freddo è dunque prettamente invernale lungo i versanti adriatici e sull’Appennino, ma un ulteriore abbassamento termico ha interessato anche il resto d’Italia. La soglia dei 20 gradi è stata superata diffusamente solo tra Sardegna, Sicilia ed isole circostanti, laddove l’aria fredda non è penetrata in maniera efficace e si sta anzi rilevando la presenza di una linea di confluenza che favorisce la genesi di nuvolosità irregolare con piovaschi per la nascita di un minimo di bassa pressione.
Le temperature massime restano più o meno in media al Nord e lungo i versanti tirrenici maggiormente baciati dal sole, ma il freddo sta iniziando a divenire rilevante nelle ore notturne. Le minime del primo mattino odierno sono scese localmente fino sotto i 5 gradi anche in pianura fra Piemonte ed Emilia, ma l’ulteriore adagiamento del freddo al suolo, unito alla serenità del cielo, potrebbe favorire, fin da domattina, le prime deboli brinate in qualche zona della Val Padana.