L’Autunno non sta tardando a mostrare i primi segni tangibili della sua presenza, sebbene per il momento stentano ancora ad arrivare le vere piogge. L’arretramento verso ovest della figura di alta pressione ha lasciato il Mediterraneo Centrale esposto ad una circolazione fresca nord/orientale di provenienza balcanica.
Gli effetti principali di questi venti settentrionali sono stati connessi ad un importante calo termico, con valori pressoché tornati in linea con le medie del periodo. Ricordiamo come la giornata più calda del mese è stata il 4 Settembre con una media termica nazionale di +25,25°C, mentre solo qualche giorno dopo (8 Settembre) le temperature medie giornaliere sull’intero territorio sono crollate ad appena +20,06°C. L’anomalia di caldo si è così dissipata, sotto la ventilazione fresca balcanica.
Queste correnti orientali hanno trascinato aria instabile, specie in corrispondenza delle regioni meridionali. Un’area ciclonica in quota, in precedenza fra Grecia e Turchia, si è estesa verso ovest, creando le condizioni per una maggiore instabilità sulle nostre regioni del Sud. Le Isole Maggiori sono quelle che hanno risentito più direttamente dei fenomeni da instabilità, in quanto si sono trovate all’interno dell’area di confluenza fra i venti freschi in quota e l’aria più tiepida afro-mediterranea. Nella mattinata odierna di sabato, mentre scriviamo quest’articolo, un violento nubifragio si sta abbattendo sull’area del Gargano: i soccorsi sono resi difficoltosi a causa del fango e dei detriti portati a valle, mentre sono praticamente bloccate le vie di accesso a San Giovanni Rotondo. Solo nelle prossime ore sarà possibile appurare l’entità di quest’evento temporalesco.
In merito a quanto invece accaduto nei giorni passati, non si sono registrati solo i tipici temporali ad evoluzione diurna sulle zone di terraferma, ma hanno preso corpo anche estesi sistemi temporaleschi autorigeneranti di origine marittima lungo il Tirreno Centro-Meridionale, i mari circostanti la Sicilia ed il Mar Libico. Alcune zone costiere della Sicilia sono state colpite da precipitazioni localmente intense nella giornata di venerdì, come accaduto nel messinese dove in poche ore si sono riversati picchi pluviometrici di circa 50 millimetri. L’instabilità aveva già flagellato l’Isola nei due giorni precedenti con importanti temporali sulle zone interne: in uno di questi episodi si è purtroppo consumata una tragedia, poiché un ragazzino di 12 anni è stato colpito in pieno da una scarica elettrica, nonostante si fosse messo al riparo sotto un viadotto in cemento.
I temporali non hanno invece avuto modo di sfondare con decisione sul Sud Peninsulare, interessando più da vicino la Calabria meridionale, ma i nuclei temporaleschi più consistenti si sono concentrati in mare aperto, sullo Ionio. Qualche temporale più importante ha colpito la Sardegna, in genere nelle ore diurne, con alcuni allagamenti in alcune località del cagliaritano, del Sulcis e sull’entroterra nuorese (caduti oltre 50 millimetri sulla stazione meteo amatoriale di Tonara). Non sono mancati episodi grandinigeni ed a questo si deve probabilmente il forte crollo termico avvenuto nel pomeriggio di giovedì 10 sulla località di Capo Carbonara (costa sud-est della Sardegna), ove si sono registrati appena +12,4°C contro i +11,8°C del record mensile.
Non sono solo i nubifragi ad aver fatto notizia in questi giorni, ma anche gli incendi hanno creato parecchi problemi specie sulla Liguria, non solo alle spalle di Genova, ma anche sul savonese e sullo spezzino, generando danni ambientali davvero gravissimi sia alla flora che alla fauna . Il fuoco è arrivato talvolta a lambire le abitazioni, creando molta apprensione e disagio fra la popolazione. L’emergenza non è ancora del tutto chiusa, con gli incendi che si sono sviluppati nelle ultime ore anche in Toscana, sulla provincia di Lucca: alcune situazioni critiche sussistono in alcuni piccoli comuni, che si spera vengano risolte nelle prossime ore. Si tratta di focolai non molto facili da gestire, secondo la sala operativa della Regione Toscana, a causa della configurazione del terreno, impervio e roccioso, e dalle correnti ascensionali che si formano tra le pareti scoscese. Queste ultime hanno impedito quindi l’intervento in volo dei Canadair.
Le fiamme degli ultimi giorni sono state aiutate dalle particolari condizioni climatiche, con forti venti da nord/est ed aria molto secca (in discesa lungo i pendii appenninici), presupposto ideale per la propagazione del fuoco. A questo dobbiamo aggiungere anche la prolungata assenza di piogge degli ultimi mesi, con terreni aridi ed il sottobosco che viene dunque più facilmente divorato dalle fiamme. Tutto ciò non significa naturalmente che gli incendi non siano dovuti a cause quasi esclusivamente dolose: la mano dell’uomo non manca mai, per il momento sono stati fermati 7 presunti piromani che avrebbero appiccato le fiamme. Ricordiamo che la Liguria è fra le poche regioni che deve fronteggiare l’emergenza di incendi talvolta anche in pieno periodo invernale, quando appunto si verificano condizioni climatiche similari a quelle di questi ultimi giorni.