Quale legame può esserci tra la più devastante epidemia influenzale dei tempi moderni (la “Spagnola” del 1918, con decine di milioni di morti), ed un fenomeno oceanico quale “Il Nino”?
Pur essendo due tipi di fenomeni completamente differenti, al NOAA è stata finanziata una ricerca riguardante entrambi, ed i loro possibili collegamenti, anche a causa delle analogie con i tempi moderni (la recente epidemia di influenza AH1N1 ed il Nino in sviluppo in questi mesi).
In realtà, tutto è partito da un grafico mostrato dallo statunitense Museo Nazionale di Salute e Medicina, che mostra un “picco” di mortalità mondiale, dovuto all’epidemia di influenza Spagnola, proprio tra i mesi di Ottobre e Novembre 1918, quando contemporaneamente si era verificato un “picco” del possente Nino di quell’anno.
L’autore dello studio, l’oceanografo texano Benjamin Giese, ha coperto, utilizzando modelli oceanici avanzati, che ricostruiscono la “storia” delle temperature marine, che il Nino del 1918 potrebbe essere stato il più forte del 20° Secolo, o almeno di entità paragonabile agli eventi 1982-83 e 1997-98, finora considerati i più potenti.
La ricerca infatti pone in evidenza il fatto che si sia sviluppata un’intensa siccità in India, in quel lontano anno, e, contemporaneamente, una scarsa presenza di Uragani nei Caraibi, tutti fenomeni associati alla presenza di un forte Nino nell’Oceano Pacifico (riscaldamento delle acque equatoriali).
E’ possibile che le pessime condizioni alimentari della popolazione indiana, stremata dalla siccità provocata dal Nino, abbiano favorito anche il “picco” di mortalità su questa zona, che fu elevatissima, nell’Autunno del 1918.
In pratica, ben 17 milioni furono i morti di influenza in India, contro, ad esempio, i 650 mila degli Stati Uniti.
E ci sono altri paragoni climatici: la Primavera fredda del 1918, negli Stati Uniti, ha favorito il diffondersi nella parte centrale degli States del nuovo virus influenzale, innescando poi l’epidemia, e quest’anno, si è verificato il fenomeno di un’Estate particolarmente fredda e perturbata nelle stesse zone, con la diffusione del virus di origine suina.
Ma, come nota critica, possiamo osservare che, nel 1918, la popolazione europea e russa era stremata da anni di guerra, che non esistevano vaccini antinfluenzali né antibiotici per combattere le complicanze.
Infine, la stessa guerra mondiale favorì, con il movimento di truppe dagli Stati Uniti nel resto del mondo, la nascita di tale epidemia.
Insomma, ci potrebbero essere dei paralleli climatici con l’evento del Nino di quest’anno, e quello del 1918, tuttavia è probabile che il paragone possa finire qui, le condizioni socio – economiche nelle quali si sviluppò l’influenza Spagnola erano molto differenti dalle attuali.