Ogni qualvolta si costruisce una determinata circolazione meteorologica, è difficile che questa venga a modificarsi rapidamente. Per tutta la prima metà dell’inverno la circolazione atlantica è stata protagonista, portando un regime pluviometrico decisamente sopra la norma su buona parte della Penisola e confinando gli episodi freddi e nevosi alle sole aree del Settentrione. Ora l’attività dell’Atlantico e del Vortice Polare si sono nettamente ridotti e ad alte latitudini sono comparse le figure anticicloniche che, attraverso le loro dinamiche, contribuiscono non poco ad incursioni fredde verso le latitudini meridionali del Continente Europeo.
Un inverno da molti denominato in “vecchio stile” e che, negli ultimi giorni, ha proposto la prima seria avvezione fredda verso le regioni centro-meridionali, causa l’espansione di una saccatura alimentata da un deciso flusso di correnti polari. Sono giunte anche le tanto sospirate nevicate su alcune aree del Sud e delle Isole fino a bassa quota, mentre il Nord non ha risentito particolarmente di questo episodio freddo, grazie alla protezione del cappello orografico alpino.
Il futuro di questo mese di Febbraio rischia d’essere ancora parecchio movimentato. Non sono poche le novità che continuano a bollire in pentola, in particolare riguardo l’evoluzione centrata per la seconda parte della prossima settimana, quando la tregua anticiclonica potrebbe trovare un terreno sfavorevole per insediarsi. Ma vediamo alcune delle principali ultime elaborazioni modellistiche.
GFS06 Il modello americano ha prolungato la fase fredda per l’inizio della settimana, stante l’inserimento di alcune ondulazioni d’instabilità in quota lungo il corridoio del flusso settentrionale. Per la giornata di Lunedì un minimo barico orografico si originerà sul Mar Ligure, a cui sarà collegato un debole fronte nuvoloso, il quale potrebbe favorire precipitazioni tra Riviera di Levante, Alta Toscana e Sardegna, prevalentemente nevose fino a quote molto basse. Nel contempo, un nuovo apporto d’aria rigida artica si porterà dal Baltico verso la Polonia e la Repubblica Ceca. La coda di questo nucleo freddo lambirà le zone alpine orientali tra Martedì e Mercoledì, a causa di un lieve moto retrogrado innescato dalla parziale spinta anticiclonica oceanica verso la Penisola Scandinava. Quest’evoluzione farà da ostacolo al previsto avvento dell’Anticiclone sull’Italia determinerà la genesi di un minimo barico sull’Italia, in transito dalle zone settentrionali verso quelle meridionali, seguito da un afflusso d’aria fredda da nord/est che interesserà più direttamente le zone adriatiche ed il Sud. L’Anticiclone oceanico potrebbe riuscire a subentrare verso il week-end, ma dando credito alle proiezioni a lungo termine, già Domenica 22 Febbraio si avrà una penetrazione depressionaria collegata al Vortice scandinavo.
ECMWF Il modello di Reading disegna uno scenario barico sostanzialmente simile fino ad inizio settimana, mentre intravede un’influenza più marginale del transito depressionario della giornata di Mercoledì. L’Alta Pressione in rimonta da ovest non riuscirà tuttavia ad impedire una nuova evoluzione ciclonica fra Venerdì e Sabato, seguita da correnti più fresche da nord/est. L’evoluzione del week-end è nettamente diversa rispetto a quella ricalcata dal modello americano, a conferma di proiezioni che al momento hanno una bassissima attendibilità.
Anche gli altri principali modelli (*Nogaps, Ukmo, Dwd*) evidenziano un’evoluzione depressionaria nella giornata di Mercoledì, che allungherà la fase instabile ostacolando il previsto ingresso anticiclonico sul cuore del Mediterraneo. Inutile ribadire che le tendenze a più lunga scadenza (prossimo fine settimana) hanno un basso indice d’attendibilità per poter essere prese in esame. Un elemento comune che si può ricavare è che le intrusioni anticicloniche in sede mediterranee risulteranno del tutto temporanee e prive d’incisività.