La struttura di Alta Pressione, protagonista delle vicende meteo in pieno Atlantico, lascia il Mar Mediterraneo scoperto e ben esposto ad una serie di affondi artici, perpetrati da una vasta e profonda figura depressionaria, il cui perno si trova fra Penisola Scandinava e Russia Europea.
L’area ciclonica che ha saldamente preso le redini della parte settentrionale del Continente Europeo non è altro che una porzione del Vortice Polare, slittato verso latitudini più basse proprio a causa della prepotente risalita dell’Alta Pressione delle Azzorre lungo i meridiani dell’Oceano Atlantico, fino a costituire un ponte con la rediviva figura altopressoria termica, stazionante sulla Gronlandia.
Non manca il freddo sull’Europa Centro-Settentrionale, mentre il nostro Paese ne risente ancora solo in parte, grazie ad un’estensione relativamente timida dell’onda depressionaria collegata al Vortice centrato sul Nord Europa. Una moderata resistenza di un braccio dell’Anticiclone, disposto fra Francia Occidentale e Penisola Iberica, infatti, inibisce parzialmente la spinta meridiana della struttura ciclonica verso le regioni mediterranee.
In compenso, le condizioni meteo non sono certamente stabili, questo perché l’Italia si trova contestualmente nel bel mezzo di una fascia di confluenza fra masse d’aria radicalmente diverse, lungo il quale si dispone un sistema frontale, che dalle regioni centrali si va estendendo lentamente verso quelle meridionali.
L’impulso instabile, responsabile di un regime depressionario nei bassi strati sul cuore dell’Italia (al momento il minimo barico si trova fra Adriatico Meridionale e Ionio Settentrionale), ha portato precipitazioni quest’oggi, anche localmente grandinigene e sotto forma di rovescio o temporale.
Il passaggio delle precipitazioni frontali ha causato un severo calo termico, tanto da portare nevicate fino a quote medio-alte collinari dapprima fra Toscana ed Umbria e poi a metà giornata anche su Abruzzo e zone interne laziali.
La tipologia delle irruzioni artico-marittime è proprio questa, con vigorosi cali termici che si propagano ai bassi strati principalmente in occasione della fenomenologia, grazie ai moti discendenti che favoriscono il rovesciamento dell’aria fredda dalle quote superiori dell’atmosfera.
Lo scenario attuale è solo un’anteprima dell’intensa fase fredda ed instabile in arrivo fra Pasqua e Pasquetta, grazie all’ulteriore sfondamento della saccatura di matrice artica, fin sul cuore del Mediterraneo.
L’ondulazione ciclonica che si è fatta strada sul nostro territorio, sconfiggendo man mano le resistenze dell’Anticiclone nord-africano, è pronto ad ospitare un più intenso nocciolo d’aria fredda ed instabile (originaria delle regioni artiche), al momento tra Norvegia e Mare del Nord.
Attorno a questa figura ciclonica molto profonda (minimo barico di 979 hPa al suolo) si dispone un articolato sistema frontale, seguito da una serie di linee d’instabilità molto massicce. La parte avanzata del sistema perturbato lambisce già il settore alpino.
La barriera alpina risulterà il solito baluardo insuperabile, come sovente accade in queste situazioni, fungendo da ampia protezione per le regioni settentrionali, con i fenomeni che in una prima fase sconfineranno solo su Val d’Aosta e zone confinali settentrionali. Gran parte dell’aria fredda ed instabile si tufferà dalla Valle del Rodano, inizialmente sui settori mediterranei occidentali.
Solo con la traslazione dell’asse della saccatura verso oriente, avremo un’interazione diretta delle masse d’aria d’estrazione artica anche lungo la nostra Penisola: ciò accadrà proprio fra Pasquetta e Pasquetta con la genesi di una depressione secondaria sui mari attorno all’Italia, probabilmente in prossimità del Nord sottovento all’Arco Alpino.
In precedenza, il week-end inizierà comunque parecchio instabile, a tratti perturbato, su tutto il Centro-Sud, a causa della notevole spinta perturbata pre-frontale, accompagnata da un temporaneo flusso di correnti più temperate di libeccio.