L’aria sub-tropicale oceanica ha lasciato spazio, negli ultimi giorni, a masse d’aria d’estrazione più direttamente africana, a causa di una debole ansa ciclonica che, poco ad ovest della nostra Penisola, ha prodotto questa vigorosa espansione di una fortissima bolla anticiclonica, annessa ad aria calda convogliata dall’entroterra desertico algero-tunisino.
Le correnti molto calde si palesano in maniera decisa alle quote medio-alte dell’atmosfera, ma per subsidenza (compressione) determinano un inevitabile considerevole surriscaldamento dei bassi strati, specie nelle zone più interne e laddove le situazioni locali lo permettono. Come analizzato ieri, è la persistenza della forte cella altopressoria in quota (valori di geopotenziale prossimi ai 590 dam alla quota di 500 hPa), alimentata dalle masse d’aria in risalita dal Sahara, ad accentuare la calura in corso.
A livello del suolo, la pressione è pressoché livellata sui 1017-1018 hPa, per cui non è in corso nessuna avvezione sciroccale. Un relativo lieve minimo barico si osserva tra Isole Baleari e Mar di Sardegna, quasi corrispondente alla debole ansa ciclonica in quota, che favorisce infiltrazioni d’aria oceanica leggermente meno calde, ormai alle porte dell’Italia. Nubi basse di scarso rilievo sono infatti presenti poco ad ovest dell’Isola.
Questo schema pressorio ha prodotto una debole componente sciroccale solo nei pressi della Sardegna, ormai in fase d’esaurimento, mentre sul resto della Penisola dominano le brezze, tranne una componente di correnti nord-occidentali in scivolamento verso la Puglia ed il Mar Ionio, queste ultime legate alla circolazione depressionaria stagionale presente sul Mar Egeo.
Non si tratta certo di correnti fresche, basti vedere i valori attualmente registrati sulle principali località italiane e la Puglia appare in pole-position sul fronte del caldo, anche se fortunatamente risulta piuttosto secco: Foggia Amendola ha infatti raggiunto i 38 gradi, mentre Grottaglie (TA) si è spinta fino a 37 gradi.
Numerose altre località presentano valori decisamente prossimi ai 35 gradi, tra cui vaste zone interne della pianura emiliana, della Toscana, del Lazio e dell’Umbria. Ben 35 gradi anche a Reggio Calabria, a causa di una ventilazione secca da nord. Viceversa, laddove le temperature riescono a tenersi sotto i 30 gradi (in prevalenza, lungo le coste), prevalgono tuttavia alti tassi d’umidità relativa, accrescendo la sensazione d’afa.
La cumulogenesi sui rilievi alpini non appare al momento ancora rilevante, qualche temporale lambisce le Alpi Carniche, ma risulta più attivo sui versanti austriaci. Solo domani si avranno infiltrazioni fresche in quota, di maggior rilievo, con possibili fenomeni d’instabilità potenzialmente violenti sull’Arco Alpino, come ad esempio lo è stata la grandinata che si è abbattuta ieri su Bolzano.
Il caldo di questi giorni presenta tratti d’anomalia piuttosto rilevanti, anche se non possiamo certo parlare d’eccezionalità considerata la frequenza con cui tali ondate di caldo ormai si presentano, anche nel mese di Giugno.
Considerando l’intera nostra Penisola, fra ieri ed oggi le temperature sono nel complesso circa 4 gradi sopra la media della terza decade di giugno, a conferma di come il caldo si esprima in maniera pressoché identica su buona parte del territorio.
L’attuale ondata di caldo, almeno a livello statistico, appare decisamente più anomala ed estrema rispetto alla fase fredda della prima metà del mese, considerato che in tale occasione le temperature medie giornaliere sono scese al massimo sottomedia, rispetto alla norma, di circa 2,5 gradi.
I massimi dell’onda di calore si dovrebbero avvertire entro oggi, da domani l’Alta Pressione avrà caratteristiche meno africane, anche se il caldo proseguirà indisturbato quasi sugli stessi livelli. Le infiltrazioni d’aria più fresca in quota permetteranno la genesi di fenomeni d’instabilità anche lungo la dorsale appenninica, come normalmente avviene nei pomeriggi estivi anticiclonici.