Il vento gelido proveniente dall’Artico sta lasciando il segno in tutta Europa. Un vero colpo repentino che ha dato il colpo di grazia all’ormai residua bolla rovente nord-africana. Le nuove condizioni miti e temporalesche fanno presagire la fine dell’estate.
In Europa
L’evoluzione del fronte freddo artico, seguito real-time dal Meteosat, mostra il suo andamento previsto verso l’Europa orientale. L’anticiclone atlantico esteso ad alte latitudini ruota in senso orario, allargandosi verso le nazioni nord europee spezzando la potente propulsione fredda del vortice perturbato, giunto ormai in cut-off a ridosso dell’Adriatico.
Il fronte freddo, composto sempre dalle temibili nubi cumuliformi, irrompe decisamente nelle aree carpatiche e balcaniche, portando refrigerio alle incandescenti aree greche.
Tipico risultato di questa situazione meteorologica sono i temporali. Le intense correnti ascendenti all’interno della nube, che mantengono in sospensione le goccioline d’acqua o i cristalli di ghiaccio, dai 10-15 km/h iniziali alla base della nube si portano rapidamente ai 35 km/h quando raggiungono i 2000-3000 metri di altezza. La nube cresce notevolmente grazie al forte risucchio di aria calda dal basso per poi raffreddarla alla sua sommità e la velocità di risalita aumenta ancora riuscendo anche a raggiungere i 100 km/h.
Spinta dalle forti correnti ascensionali la bolla d’aria continua la sua veloce risalita fino a quando la sua temperatura è maggiore di quella dell’aria che la sovrasta. La nube può raggiungere estensioni verticali nell’ordine dei 10000 – 12000 metri. Quando la dimensione ed il peso di ogni singola goccia è tale per cui le correnti ascensionali non sono più in grado di sostenerle, all’interno della nube, cadono al suolo. Le precipitazioni piovose nella loro discesa trascinano con se l’aria innescano le correnti discensionali fredde che giunte a terra divergono al suolo manifestandosi in pericolosi colpi di vento.
In Italia
Il vortice perturbato sopraccitato, sempre attivo, rimane stazionario tendendo però a perdere intensità, con conseguente lento miglioramento sull’intera Penisola.
Dall’immagine si possono notare addensamenti intensi sull’arco alpino centro-orientale. Questi, sovrastando i versanti montuosi, favoriscono l’effetto Stau, con precipitazioni che coinvolgeranno i nostri crinali e valichi di confine. Si intravede la neve a basse quote … che sia un anticipo di inverno?
Quando questa massa d’aria riesce a scavalcare l’ostacolo montuoso precipita verso la valle. Nello scendere rapidamente verso le quote inferiori si riscalda per “compressione adiabatica” (senza avere scambi d’energia termica con l’ambiente che la circonda) e giunge a valle più calda rispetto al punto di partenza e soprattutto quasi scarica del suo contenuto d’umidità. Questo è l’effetto Fohen, condizione meteorologica che investe la Pianura Padana.
Si possono notare addensamenti nuvolosi localizzati sul versante adriatico ed al centro-sud, parte finale dell’effetto balcanico, che comportano ancora fenomeni pluviometrici più o meno intensi ed abbassamenti delle temperature.