Un paese come l’Argentina, vasto 2.780.000 kmq, molto esteso da nord a sud, tanto da rientrare con la parte nord nella fascia intertropicale e da scendere nella Terra del Fuoco quasi al 55° parallelo, non può che avere una grande variabilità climatica.
All’estensione in latitudine si aggiunge poi l’effetto fondamentale che ha sul clima argentino la catena andina, che blocca le correnti occidentali, anche alle medie latitudini dove esse si presentano sul Cile cariche di umidità (solo nel sud in estate, fino al 32°/34° parallelo in inverno), creando sul versante orientale della catena una ampia zona d’ombra pluviometrica.
Solo nella parte più meridionale del paese le correnti atlantiche penetrano attraverso le innumerevoli isole e i canali che intersecano la Terra del Fuoco, portando buoni apporti pluviometrici anche nel settore argentino.
La costa argentina a sud dell’estuario del Rio de la Plata è bagnata dalla fredda corrente delle Falkland, diramazione della corrente occidentale che gira intorno all’Antartide. All’altezza del suddetto estuario la corrente fredda si incontra con la calda corrente del Brasile che discende da nord lungo le coste del paese e quelle uruguagie. Come sempre dove le acque sono più calde, il mare fornisce maggiore vapore e quindi la piovosità aumenta.
Dal punto di vista barico le depressioni delle medie latitudini raramente salgono sopra i 32°/34°S in inverno. A nord di questa linea dovremmo quindi avere stagione secca, mentre tra Mar del Plata e Buenos Aires le piogge sono piuttosto abbondanti, appunto in ragione dell’incontro tra le correnti fredde meridionali con quelle calde e umide provenienti da NE. In estate invece l’anticiclone si espande fino a 38°/41°S, ma questo non è garanzia di bel tempo sul centro-nord del paese. La parte settentrionale del paese viene infatti interessata dagli acquazzoni tropicali, mentre intorno al 35°/40° parallelo non sono affatto rari, soprattutto in prossimità del mare o comunque dove c’è molta umidità (come in Mesopotamia, la regione ricca di acque tra i fiumi Uruguay e Paranà), temporali convettivi, talvolta molto violenti, che si inseriscono in un contesto che vede comunque molte giornate soleggiate.
Soprattutto il sud è caratterizzato da frequenti tempeste di vento. Le depressioni si annunciano con il vento da ovest/nordovest detto Zonda, mentre al seguito delle stesse soffia da sudovest il freddo Pampero. Notevoli localmente gli effetti favonici, in particolare quelli associati al caldo Zonda, che nasce umido sul Pacifico, condensando quindi presto sul versante cileno per l’alto contenuto umidità. Questo ne provoca lo scollinamento della catena andina dopo aver subito un raffreddamento molto modesto, diventa quindi caldissimo quando si tuffa sul versante argentino, portando le temperature anche a 30°C (esprimeremo in °C tutte le temperature) in inverno nella zona subandina intorno al 30°S.
Sono comunque ben 7 i climi che ritroviamo nel paese e alcune caratteristiche peculiari delle varie aree le descriveremo man mano che le incontreremo. Come campo termico diciamo che in luglio l’isoterma 10° corre fra il 27°S a ovest e il 35°S a est (effetto mitigatore del mare), mentre la 5° passa intorno al 41°S. In gennaio l’isoterma 10° taglia la Terra del Fuoco, la 20° corre intorno al 41°/42°S, la 25° intorno al 30°S, per arrivare intorno ai 28° nell’estremo nord.
La fascia 1. è il nord, ovvero la parte del paese a nord del 26° parallelo, con clima tropicale con precipitazioni periodiche, tendente a secco nel settore centrale. Qui le precipitazioni sono comprese tra 500 e 1000 mm/anno, qualcosa in più a est, con apporti superiori ai 100 mm/mese nella stagione calda, compresi per lo più tra 10 e 50 mm/mese in quella fredda, quando la stabilità anticiclonica in genere la fa da padrona.
Formosa (26,2°S, 58,2°W), al limite nordoccidentale della Mesopotamia, riceve 1424 mm/anno, trovandosi nel settore più piovoso. Le piogge partono dal minimo di luglio (50 mm) per salire gradualmente a oltre 100 mm/mese da ottobre a maggio (record in novembre con 171) e scendere bruscamente in giugno (67 mm). Le temperature: gennaio 27,3°, aprile 22,0°, luglio 12,1°, ottobre 22,6°, anno 22,1°. Novembre 2007 ha visto cadere 228 mm di pioggia, quasi tutti in eventi temporaleschi, con un picco di 72 mm il giorno 9.
Rivadavia (24,2°S, 62,9°W) si trova viceversa nel settore più secco, con i suoi 666 mm/anno. Siamo nel Gran Chaco, la prateria tropicale con vegetazione simile alla savana africana o ai llanos venezuelani. La stagione secca va da maggio a settembre (50 mm totali, 4 in luglio e agosto), piove poco in ottobre e aprile (43 e 64 mm), di più da novembre a marzo (tutti oltre i 75 mm, più piovoso gennaio con 128). Temperature: gennaio 28,0°, aprile 22,1°, luglio 16,0° (giugno 15,9°C), ottobre 25,1°, anno 22,8°.
Salta (24,8°S, 65,4°W) ha il clima condizionato anche dall’altitudine di 1238 metri. Le temperature sono quindi più basse: gennaio 21,2°, aprile 16,2°, giugno e luglio 10,1°, ottobre 18,7°, anno 16,5°. Le precipitazioni sono scarsissime in inverno (25 mm da maggio a settembre, solo 3 in giugno e luglio), scarse in ottobre e aprile (26 e 37 mm), abbastanza abbondanti da novembre a marzo (tutti oltre i 60 mm, record in gennaio con 182), con un totale di 755 mm/anno. In inverno il cielo spesso sereno e la bassa umidità favoriscono formidabili escursioni termiche. Nel caldo luglio 2006, per esempio, le medie totale/minime/massime sono state 13,4°/5,2°/24,2°, con una minima assoluta di 1,9°, una massima assoluta di 32,0°, notevole a una latitudine già non più intertropicale, e una umidità media del 61%. Totalmente diverso il luglio 2007, più freddo e più asciutto, con medie 9,2°/0,2°/21,1°, minima assoluta -6,5°C, ben 15 minime negative e umidità media del 52%.
La Mesopotamia, quindi tutta la zona verso i confini con Brasile e Uruguay, e tutta la sponda argentina dell’estuario del Rio de la Plata sono caratterizzate (zona 2.) da clima temperato caldo definito umido della prateria, senza stagione secca, con precipitazioni più abbondanti in estate, specialmente in Mesopotamia. Vedremo tutto questo meglio nella seconda parte.