Per semplificare il commento della carta relativa la modello delle ECWF abbiamo scelto la traiettoria delle correnti alla quota di 850 hpa prevista per il 20 di marzo. Tale elaborazione, già molto evidente 24/36 ore prima e rapportata a 500 hpa, ci indica un netto cambio di circolazione sul settore del Mediterraneo e non solo. Ci stiamo orientando verso un tipo di circolazione molto ampia, ove gli interscambi termici, sembrano voler portare dell’aria nettamente più mite dal basso Mediterraneo, coste nord africane, in direzione della nostra Penisola sino ad arrivare sul comparto centro settentrionale della Russia europea. Laddove prima “regnava” un gelido corpo artico (aria molto fredda nei bassi strati) ora potrebbe manifestarsi una tiepida avvezione di correnti sud orientali.
Cosa potrebbe cambiare nell’area mediterranea?
Certamente non vi sarà un immediato insediamento di condizioni atmosferiche stabili, ma un crescente rialzo delle temperature che potrebbero ritornare su valori più consoni alla media del periodo o addirittura superare tale trend.
La causa di tutto ciò potrebbe essere imputata ad una cella di alta pressione che nei prossimi giorni si dovrebbe insediare sull’Europa centro settentrionale, assumendo una conformazione oblunga e distesa lungo i medio ed alti paralleli, portando dell’aria fredda verso la parte sud occidentale del nostro Continente (settore ispanico). Tale configurazione andrebbe ad alimentare una depressione sulle coste dell’Atlantico portoghese che, nella sua rotazione, aprirebbe un franco flusso di correnti più miti a tutte le quote ed in direzione delle nostre regioni centro meridionali principalmente.
Ovviamente si tratterebbe di aria umida che nel suo impatto orografico, con la dorsale degli Appennini e delle Alpi centro occidentali, potrebbe manifestarsi con precipitazioni più o meno diffuse sui versanti più esposti a detto flusso.
Le contraddizioni non sembrano poche, la primavera è il crocevia dell’incertezza atmosferica, tuttavia la “nuova” rotazione delle correnti potrebbe essere un chiaro sintomo di un cambiamento deciso verso un periodo nettamente più clemente e lontano dai rigori invernali.
Rimane pur sempre un alto indice di blocco alle correnti atlantiche, sulla parte dell’oceano (settore centro orientale), ma sembra più una spinta dinamica di stampo “primaverile” che una ondulazione tale da riportare nuovi flussi polari sulle nostre regioni. Comunque attendiamo ulteriori conferme, poiché “spezzare” la regola della “perseveranza”, allo stato attuale, non sembra assolutamente facile.