Su gran parte del Nord Emisfero la circolazione troposferica in quota è relativamente lenta, con notevole trasporto meridiano di calore e momento, isolamento di “cut-off” anticiclonici alle alte latitudini e conseguente frammentazione del VP in minimi depressionari dislocati a latitudini relativamente basse. Questa tipologia di circolazione si è manifestata in seguito alla progressiva migrazione, nella seconda decade di marzo, delle anomalie positive di geopotenziale dalle medie alle alte latitudini.
Gli intensi disturbi della circolazione troposferica, propagatisi in parte nella bassa stratosfera, hanno innescato una circolazione anti-zonale in quota in sede artica, con il conseguente azzeramento dell'”E-P flux”. Di conseguenza, nei prossimi giorni, si andranno gradualmente affievolendo le anomalie nella circolazione delle alte latitudini nella bassa stratosfera e nell’alta troposfera.
La circolazione anti-zonale in sede artica ha incoraggiato il moto retrogrado del minimo di geopotenziale della Siberia verso il Nord Europa e l’Atlantico settentrionale. Ciò ha determinando una progressiva intensificazione ed un notevole ampliamento della fascia di correnti occidentali perturbate dalle medie latitudini atlantiche all’Europa. Questa modalità di circolazione nel comparto euro-atlantico è stata favorita dalla strutturazione di un potente “blocking” nel Pacifico centrale che ha innescato lo sviluppo di insolite colate artiche sugli Stati Uniti occidentali.
La grande onda anticiclonica quasi stazionaria nel settore centrale del Pacifico è stata alimentata da “forcing” di matrice tropicale sostenuti da attività convettiva anormalmente elevata in una fascia estesa dall’Oceano Indiano tropicale, all’Indonesia e all’arcipelago delle Hawaii, con il conseguente sviluppo di diversi cicloni tropicali nell’Oceano Indiano e a nord dell’Australia, nonché di violenti temporali sulle Hawaii.
Questa insolita attività tropicale si può in parte spiegare esaminando l’evoluzione della MJO “Madden Julian Oscillation” che, dopo una fase di notevole attività, si è affievolita improvvisamente a partire dai primi giorni del corrente mese. In una fase di MJO particolarmente debole, l’attività convettiva è modulata principalmente dalle anomalie termiche della superficie oceanica nella fascia inter-tropicale.
La previsione a lungo termine dell’attività tropicale e delle conseguenti ricadute sulla circolazione atmosferica delle medie latitudini risulta alquanto difficile. L’oscillazione intrastagionale tropicale (MJO) continuerà a mantenersi debole almeno per un’altra decina di giorni e non è possibile prevederne le successive evoluzioni. Rimane inoltre l’incognita della Nina, prevista in rapida intensificazione, ma ancora piuttosto sonnecchiante.
L’unica cosa certa è che nel medio-lungo termine si assisterà, nel Nord Emisfero, ad una parziale attenuazione delle anomalie nella circolazione atmosferica, in modo particolare dovrebbe scomparire la grande onda anticiclonica del Pacifico centrale. Di conseguenza, i “forcing” di matrice tropicale avranno modo di manifestarsi nell’Atlantico orientale, con lo sviluppo di un pronunciato promontorio anticiclonico esteso fino all’Europa occidentale. A valle di quest’onda anticiclonica dovrebbero svilupparsi, nella prima decade di aprile, colate artiche dirette verso il settore centro-orientale del comparto euro-mediterraneo.