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Freddo e nebbie al Nord, residua instabilità su zone tirreniche ed Appennino

di Mauro Meloni
06 Dic 2008 - 20:44
in Senza categoria
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La perturbazione in azione ieri si è portata fra Egeo e Balcani, ma su parte della Penisola resta una situazione di spiccata variabilità, per l'insistenza di un flusso occidentale. La perturbazione viaibile tra Penisola Iberica e Mediterraneo Occidentale non sarà in grado di giungere verso l'Italia. Copyright 2008 Eumetsat.
Al seguito dell’intensa perturbazione giunta ieri, le condizioni meteo non sono certamente guarite del tutto sul nostro Paese. La timida espansione altopressoria che prova ad affacciarsi sull’Ovest Mediterraneo deve fronteggiare non solo un vortice sul Golfo di Guascogna, ma anche la presenza di una moderata ondulazione ciclonica protesa in senso meridiano dall’Europa Centro-Settentrionale, che sospinge masse d’aria fredda in quota e mantiene un sostanziale regime ciclonico su gran parte della Penisola.

Questo spiega il perché della spiccata variabilità che è ancora in azione su parte del Centro-Sud, più nello specifico lungo i settori tirrenici e zone della dorsale appenninica esposte più direttamente all’afflusso di correnti occidentali. Non sono mancati rovesci e temporali a carattere sparso, al momento ancora presenti fra il Lazio e la Campania.

Il miglioramento meteo si è invece concretizzato al meglio sulle regioni settentrionali, le quali risentono maggiormente della timida curvatura anticiclonica in approccio da ovest e sono maggiormente riparate dal disturbo operato dalle correnti occidentali d’origine oceanica. Gli annuvolamenti più insistenti hanno interessato le zone confinali alpine, con precipitazioni soprattutto in Val d’Aosta e sull’Alto Adige. Qualche banda nuvolosa, del tutto innocua, è riuscita a portarsi anche sul Triveneto, fino in pianura. Tuttavia, in Val Padana la vera protagonista della giornata è stata la nebbia a carattere diffuso.

Il nebbione, presente nelle ore più fredde, si è solo parzialmente dissolto durante le ore centrali del giorno, ma un po’ ovunque in pianura hanno insistito almeno dense foschie. A cosa è dovuta la nebbia? Non certo ad una stagnazione: è risaputo che le nebbie invernali in Val Padana trovano terreno fertile per lo sviluppo in condizioni di staticità anticiclonica, struttura barica che tramite le correnti discendenti tende a comprimere la massa d’aria più fresca ed umida a contatto col suolo, generando forti inversioni termiche.

Nel nostro caso il fenomeno nebbioso è stato invece in buona parte favorito dalle recenti piogge cadute sul Nord, che hanno creato le condizioni per un forte accumulo dell’umidità nei bassi strati, in ristagno per l’assenza di ventilazione. Con l’inevitabile abbassamento termico notturno, l’aria prossima alla saturazione ha facilmente determinato la condensazione dei banchi di nebbia.

Le temperature hanno fortemente risentito della nebbia, rimanendo molto basse sul Nord Italia anche in pieno giorno, con massime sulla Val Padana in genere al di sotto dei 7-8 gradi. Nella scorsa notte, l’abbassamento termico aveva portato diffuse estese gelate anche in alcune località padane. Molto diverso il clima al Centro-Sud, specie all’estremo Sud, ove l’insistenza di correnti miti occidentali ha portato punte di 19-20 gradi tra Sicilia e Calabria.

L’instabilità perdurerà ancora per parte della giornata di domani al Sud, mentre per un più deciso miglioramento bisognerà attendere la giornata di Lunedì, quando l’espansione anticiclonica sarà più decisa, specie in corrispondenza dell’Europa Centrale. Tale configurazione aprirà il varco ad aria più fresca dai quadranti settentrionali, che guadagnerà spazio verso le regioni adriatiche ed il Sud, ove si perderanno diversi gradi rispetto alla situazione attuale. In base alle attuali previsioni, si conferma che il campo anticiclonico verrà messo immediatamente alle corte, pertanto anche la prossima settimana appare per lunghi tratti compromessa da una profonda area di bassa pressione su buona parte del nostro Paese.

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