L’indice AO, od oscillazione artica, rappresenta un indice che mostra le variazione di pressione e di geopotenziale alle alte latitudini polari, più precisamente riguarda le zone comprese tra la latitudine di 65°N e quella di 90°N (che corrisponde al Polo Nord).
In pratica, è un indice che mostra l’alternarsi di zone di alta pressione e di bassa pressione alle alte latitudini, secondo un periodo di tempo variabile e casuale, ma che mostra oscillazioni sinusoidali attorno ad un valore medio.
In parole più semplici, le zone polari possono essere alternativamente interessate da zone di profonda depressione, oppure di anticiclone, e le conseguenze possono essere piuttosto differenti per le nostre latitudini.
Si è trovata infatti una correlazione tra la presenza di zone anticicloniche (AO in fase negativa), e l’arrivo di afflussi di aria fredda alle latitudini intermedie di varie zone del Mondo, tra le quali anche il nostro Continente.
Tale oscillazione è particolarmente significativa nei mesi invernali, in quanto risulta responsabile delle più grosse invasioni di aria fredda verificatesi in passato sul nostro Continente.
Negli ultimi anni, coerentemente con l’innalzamento termico verificatosi sul nostro Pianeta, l’indice AO nel trimestre invernale si è presentato mediamente positivo, con la presenza di bassi geopotenziali sull’Artico, e conseguenti clima mite e correnti occidentali alle medie latitudini.
Al contrario, gli anni Cinquanta, Sessanta, e fino circa al 1985 (tranne una parentesi a metà anni Settanta), sono stati caratterizzati da valori di indice mediamente negativo, ed anche i nostri inverni italiani ne hanno risentito, presentandosi spesso freddi e nevosi.
Il cambiamento di tendenza dell’indice AO si è presentato all’incirca attorno al 1988, rimanendo poi positivo (sempre parlando di stagione invernale), fino ai nostri giorni.
Questo mese di ottobre, caratterizzato da bassi geopotenziali alle alte latitudini, con un indice AO compreso tra +2 e +3, ha visto il nostro Continente con un clima decisamente mite, anticiclonico sul Mediterraneo ed atlantico sull’Europa settentrionale.
Ma le cose stanno cambiando rapidamente, almeno stando alle indicazioni del modello matematico statunitense GFS.
Stando a tale modello, e considerando anche i vari membri di ensamble, si nota un crollo del valore di tale indice nei prossimi giorni, per arrivare a valori negativi di indice pari a -3/-4.
Si tratterebbe dunque di una situazione favorevole all’instaurarsi di anticicloni settentrionali, con conseguente possibile afflusso di aria molto fredda alle latitudini intermedie.
Vedremo di verificare nei prossimi giorni, mappe alla mano, gli effetti di questa possibile tendenza delle correnti fredde a trasferirsi a latitudini meridionali.