La spunterà chi riuscirà a interpretare al meglio quelle complesse dinamiche che riguardano l’intera colonna atmosferica. Perché a volte ci si dimentica che il Vortice Polare ha sia la componente stratosferica sia la componente troposferica, essendo evidentemente distribuito lungo tutta la colonna d’aria.
Altra cosa che ci si scorda: è la troposfera a condurre le danze. Troposfera che, attraverso le onde di pressione provoca riscaldamenti capaci di disturbare il normale decorso stagionale del Vortice Polare. Senza tali disturbi se ne starebbe là, bello vigoroso, centrato sul Polo Nord a comandare.
Quest’anno è parecchio disturbato, complice una troposfera carica di energia e poco incline a farsi condizionare dall’alto. Non a caso anche in questo momento abbiamo un Vortice Polare decisamente allungato – di forma ellittica e non sferica – e defilato sull’Euroasia. Per capirci, le onde di pressione hanno lavorato ai fianchi costringendolo a spostarsi dalla propria sede d’appartenenza. Un lavoro ai fianchi che ovviamente ha anche modificato la morfologia, creando i presupposti per degli squilibri termodinamici non indifferenti.
Ogni anomalia, è risaputo, generalmente viene ricompensata da un’anomalia di segno opposto. Ed è quel che accadrà, ossia il Vortice Polare proverà in tutti i modi a riportarsi in sede e a riassumere la classica forma sferica. A quel punto arriveremo al bivio stagionale: o si andrà verso l’Inverno mite e anticiclonico, o si andrà verso la completa destrutturazione del Vortice stesso.
Quindi non si tratta di aver ragione, si tratta di avere pazienza e di saper leggere tra le righe. Possiamo dirvi, giusto per darvi un esempio concreto, che tra i più autorevoli centri di calcolo internazionali regna l’incertezza assoluta: c’è chi propende per la prima ipotesi, chi per la seconda.
Volete sapere cosa pensiamo noi? Semplice, che vista la reattività troposferica di quest’anno è più probabile la seconda ipotesi e quindi una rapida destrutturazione del Vortice Polare. Ma sappiamo fin troppo bene che la meteorologia non è una scienza esatta e in quanto tale dobbiamo tener d’occhio anche la seconda soluzione. Pur considerandola meno probabile non è detto che non possa realizzarsi. Se così fosse, facile dirlo, andrebbero a realizzarsi la stragrande maggioranza delle proiezioni stagionali. Quelle indicanti un inverno mite e anticiclonico.