Siamo a metà Ottobre, ormai possiamo dire di essere nel cuore dell’autunno ed essendo giunti a uno snodo cruciale è lecito aspettarsi cambiamenti meteo climatici importanti.
Sinora abbiamo vissuto di strappi: rapide incursioni d’aria fredda si sono alternate con alcune fiammate anticicloniche. In questo momento siamo ancora nel pieno dell’ottobrata, ossia in quel periodo di bel tempo e di temperature superiori alle medie stagionali. Un periodo che, statistiche alla mano, ci sta assolutamente.
Ultimamente abbiamo scritto, spesse volte, che il rischio di una persistenza anticiclonica era minimo. Nonostante alcuni modelli matematici di previsione abbiano provato a farci cambiare idea, non ci sono riusciti. Siamo rimasti fedeli alla nostra idea di variabilità, di dinamicità orientata all’arrivo delle grandi piogge. L’aver mantenuto fede alle promesse sembra voglia ripagarci.
I modelli matematici mattutini sembrano abbastanza d’accordo nell’individuare dinamiche bariche propizie alle grandi piogge. Affinché ciò accada abbiamo bisogno di un elemento imprescindibile: l’Oceano Atlantico. Atlantico che negli ultimi giorni ha preso in mano il controllo delle operazioni e dopo aver spinto depressioni sulle Azzorre si appresta a incidere notevolmente anche sul vecchio continente.
Tra non molto osserveremo un’ampia saccatura ciclonica prendere possesso dell’Europa occidentale – sospinta a sud da una profonda depressione islandese – e successivamente del Mediterraneo. Il primo impulso perturbato transiterà nelle prossime 24-36 ore, coinvolgendo maggiormente le regioni del Nord e le tirreniche. Il secondo, probabilmente sul finire della settimana, potrebbe aprire una crisi ben più profonda e duratura.
Pare che la saccatura ciclonica abbia tutta l’intenzione di progredire verso il Mediterraneo centrale, laddove potrebbe svilupparsi un vortice depressionario secondario (la cosiddetta goccia fredda). Se tale ipotesi dovesse effettivamente realizzarsi, a quel punto si aprirerebbe una ferita barica foriera di maltempo insistente. Non solo, considerando le temperature dei nostri mari potremmo assistere a fenomeni di una certa violenza quali temporali, nubifragi, grandinate, raffiche di vento.
A prescindere dall’entità delle precipitazioni crediamo sia importante evidenziare l’importanza del cambiamento, peraltro evidentissimo dalla mappa GFS relativa alle anomalie bariche previste per il prossimo 22 ottobre.
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