CRONACHE METEO: quest’anno l’estensione dei ghiacci polari, nel Nord Emisfero, risulta nella norma degli ultimi dieci anni, anche se, rispetto all’inizio delle rilevazioni sistematiche avvenute via satellite nel 1979, negli ultimi 40 anni la tendenza è a un evidente calo, rallentato nell’ultimo decennio.
Ma, in questa stagione invernale oramai alla fine, sta emergendo il “caso” dello Stretto di Bering, che, arrivato quasi a metà del mese di Marzo, si presenta quasi del tutto privo di ghiaccio, contrariamente alla normalità stagionale.
Lo Stretto di Bering separa l’Alaska dalla Russia, e, normalmente, in questo periodo, si presenta completamente gelato, dall’Alaska fino alla Penisola della Kamchatka.
La causa primaria è stato il continuo afflusso di aria calda apportato da depressioni che si sono dirette dal Pacifico verso nord, aumentando notevolmente le temperature medie della costa occidentale dell’Alaska.
Questa situazione meteorologica è iniziata all’incirca alla metà di Gennaio, quando agli afflussi di aria calda molto mite verso Nord ha fatto da contraltare una imponente e continua discesa di aria molto fredda verso gli Stati Uniti, una situazione tipica detta “di blocco” che favorisce gli inverni rigidissimi statunitensi, ma al contempo fa segnare all’Alaska un clima quasi primaverile.
La città di Nome, sulla costa dell’Alaska occidentale, sta misurando uno scarto termico dalla norma di oltre +3°C negli ultimi 3 mesi, anche se la zona ha presentato delle nevicate eccezionali proprio grazie agli afflussi di aria umida oceanica.
Stesso scarto medio di oltre 3°C su tre mesi anche per l’Isola di St. Paul, situata proprio nello Stretto, dove le temperature da metà Gennaio sono sempre state positive di alcuni gradi.
L’apertura dello Stretto di Bering, privo di ghiaccio in un periodo anomalo, sta provocando un cambiamento nelle abitudini di vita degli abitanti della zona.
Si è resa libera la navigazione via nave con mesi di anticipo, ad esempio, favorendo anche l’attività della pesca, ma gli afflussi caldi da sud che adesso raggiungerebbero anche il Polo Nord tramite lo Stretto, provocherà dei fenomeni in gran parte imprevedibili.
Maggiore umidità vuol dire, ad esempio, maggiori nevicate nelle zone polari, o maggiore energia disponibile per le perturbazioni di origine artica.
Nell’immagine, si vede lo scarto dalla norma 1981-2010 dell’estensione dei ghiacci tra Alaska e Siberia, il famoso Stretto di Bering.