Le solite figure bariche saranno protagoniste dei prossimi giorni: da un lato l’anticiclone nord-africano, sulla nostra penisola, porterà un graduale aumento termico e cielo prevalentemente sgombro da nubi, se si escludono dense foschie e banchi di nebbia al nord; dall’altro la conseguente saccatura del vortice polare, sferrerà ripetuti attacchi all’area balcanica, con parziali disturbi sulle regioni adriatiche. L’aria fredda degli scorsi giorni tenderà a persistere solo in minima parte al suolo.
Novembre ci ha fatto capire come in pochi giorni si possa passare da elevati valori termici a temperature ben sotto le medie stagionali, confermando la repentina mutabilità dell’autunno. Ora ci riproporrà il solito anticiclone africano, che comunque avrà probabilmente vita non facile, a causa dell’incombenza del vortice polare che acquista vigore di giorno in giorno.
Infatti i vari modelli meteorologici, tra i più accreditati, propongono un primo attacco da parte di alcune depressioni colme di aria gelida, alla figura altopressoria, già dalla giornata di venerdì, quando probabilmente l’anticiclone inizierà gradualmente ad indebolirsi ed allontanarsi, ma almeno al suolo, tenterà tenacemente di rimanere ancorato sulle nostre regioni per diversi giorni. Tuttavia, almeno per quanto concerne l’aspetto termico, non ci sarà niente di anomalo, le temperature saranno in linea con le medie o poco sopra.
L’aspetto anomalo è caratterizzato invece dalla mancanza di precipitazioni ormai da troppo tempo, considerato che siamo in avanzato autunno.
Questo è dovuto al fatto che i continui scambi meridiani prediligono le zone continentali, come Balcani, Russia, oppure l’aperto oceano, basti pensare agli svariati cut-off, che si dirigono in area marocchina, che inevitabilmente determinano una risposta subtropicale, che costituisce un vero e proprio muro per le perturbazioni, penalizzando in primis la nostra penisola. Oltretutto le situazioni di blocco tendono a durare per molti giorni.
Ma nel lungo termine, che in quanto tale necessita di continue conferme, si intravede una ritirata dell’alta pressione che favorirebbe l’ingresso più diretto di perturbazioni di origine atlantica in seno a moderate ondulazioni del ciclone d’Islanda, che poi potrebbero richiamare aria più fredda che ristagna nell’Europa orientale.
Tuttavia, almeno per ora, le classiche perturbazioni autunnali, capaci di regalare elevati quantitativi di pioggia su vasta scala e in un lasso di tempo molto ampio non sembrano disposte a farci visita, tanto che, se la situazione dovesse continuare a lungo, e se la primavera non sarà foriera di precipitazioni, questa estate potremmo ritrovarci ad affrontare una grave crisi idrica.