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Stagione atlantica degli uragani al capolinea?

di Simone Zanardini
13 Ott 2006 - 16:16
in Senza categoria
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Grafico che indica il numero di urgani e tempeste tropicali che si sviluppano in media nella zona atlantica.
Attualmente, al giorno odierno 13 ottobre 2006, la situazione tropicale in Oceano Atlantico conta la formazione di soli 9 sistemi tropicali. Di questi, 5 sono diventati uragani e per ora nessun uragano ha toccato la terraferma statunitense dato che gli unici sistemi tropicali a passare su terre emerse sono stati Alberto ed Ernesto, transitati però come tempeste tropicali.

Altra anomalia negativa di questa stagione è che nessun uragano ha raggiunto lo status di “Major Hurricane” (uragani almeno di 4° categoria). I sistemi più intensi sono stati Gordon ed Helene classificati come 3° categoria con pressione minima rispettivamente di 955hPA e 954hPa.

Per paradosso della situazione l’unica zona in Atlantico investita da un uragano è stata quella dell’arcipelago delle Azzorre attraversate dall’uragano Gordon e che solo assai raramente in passato hanno vissuto altri eventi simili.

C’è da sottolineare che la fase più intensa della stagione degli uragani va normalmente da Agosto ad Ottobre, che è il periodo in cui il riscaldamento delle acque è più intenso ed in cui calano di intensità le correnti in quota (wind shear); ma già dalla fine di settembre inizia l’inversione di tendenza nel comparto tropicale per la ripresa delle correnti in quota, preludio del cambio di stagione negli Stati Uniti.

Il confronto con l’eccezionale stagione 2005 è imbarazzante: durante il 2005 alla metà di ottobre si erano già verificate 23 tempeste tropicali e 4 uragani intensi.
Non si può però ancora considerare finita l’attuale stagione degli uragani. Lo scorso anno nella seconda parte di ottobre nacquero Wilma, l’uragano più violento mai misurato in Atlantico, e parecchie altre tempeste tropicali. Se guardiamo alla norma e non alla stagione appena passata mediamente possiamo considerare finita la stagione verso la metà di novembre.

La causa principale della poco proficua stagione in atto sembra venire dalla formazione del Nino, ossia del riscaldamento anomalo delle acque tropicali nell’oceano Pacifico. Attualmente dal NOAA è stata dichiarata in atto una fase di Nino che al momento è debole, considerando l’anomalia termica che va da +0,5 a +1°C. Secondo le previsioni dei centri climatologici nei prossimi mesi il riscaldamento potrebbe superare il grado portando l’evento ad una classificazione di “moderato Nino”.
La presenza del Nino provoca solitamente un incremento delle correnti occidentali in alta quota (ai geopotenziali di circa 200-300hPa) e queste determinano condizioni non idonee per la formazione di sistemi perturbati a carattere tropicale. Questo spiegherebbe anche il perché la stagione nel Pacifico nordorientale si sta mostrando abbastanza intensa, situazione opposta allo scorso anno.

Se facciamo un’analisi termica delle acque superficiali atlantiche troviamo in atto una leggera anomalia positiva ad indicare appunto che la stagione è stata fondamentalmente inibita da condizioni atmosferiche in quota più che dalla minore energia disponibile.
Possiamo trovare importanti analogie fra la stagione corrente e quella del 1997, stagione estremamente sottonorma durante la quale si formarono appena 8 depressioni tropicali. Anche in quella occasione non ci furono impatti fra uragani e terre emerse e l’analogia è riscontrata dalla formazione all’epoca di un forte evento di Nino che ebbe il suo apice fra il 1997 e il 1998.

Possiamo concludere quindi dicendo che la stagione dovrebbe ha ancora circa un mese di tempo per sviluppare intensi sistemi tropicali, ma che probabilmente finirà come stagione meno intensa della norma contrariamente a tutte le previsioni stagionali emesse nella prima parte dell’anno.

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