Non c’è solo Marte nei nuovi futuristici viaggi verso lo spazio attesi nel prossimo decennio. Gli Stati Uniti guardano di nuovo alla Luna con l’intenzione di stabilire una presenza costante nell’orbita del nostro satellite negli anni immediatamente successivi al 2020.
Le missioni lunari dovranno precedere quelle su Marte, secondo l’intento mostrato dalla nuova politica spaziale americana guidata dalla NASA. Il progetto più ambizioso è sicuramente la costruzione di una stazione orbitale da porre intorno alla Luna, pensata per l’invio di astronauti da e verso il satellite.
La stazione orbitale si chiamerà Gateway, così è stato deciso, e si prevede che possa operare dal 2024, mentre per i primi atterraggi sulla Luna sarà necessario attendere almeno due anni, il 2026 secondo la timeline in linea quella esposta dal vicepresidente USA Mike Pence.
Non si tratterà di un semplice ritorno sulla Luna, ma di un programma ambizioso che prevede che la stazione Gateway possa essere utilizzata come avamposto per futuri viaggi nel sistema solare, ad esempio per il raggiungimento di Marte o per ricerche scientifiche in luoghi ancora più remoti.
L’ambizioso progetto prevede la realizzazione del primo modulo per la propulsione nei prossimi anni, con l’obbiettivo di portarlo in orbita entro il 2022 a bordo di un razzo commerciale. Il modulo abitativo arriverà in seguito e sarà legato alla realizzazione del nuovo razzo chiamato (SLS).
La missione di debutto del razzo avverrà con un lancio test nelle vicinanze della Luna, seguito da una missione di volo con equipaggio attorno al satellite. Successivamente verrà mandato un veicolo robotico in missione verso Europa, una delle lune di Giove.
Infine, è previsto l’invio del modulo abitativo su una versione del razzo Space Launch System ancora in via di sviluppo, dotata di uno stadio iniziale molto più potente. Le tempistiche risultano piuttosto ottimistiche e riuscire nell’impresa entro il 2024 appare al momento un azzardo. Vedremo se l’impresa riuscirà.