BREAK, TROPPO BREVE: come supposto a suo tempo, il ridimensionamento dell’Alta Africana non sarebbe durato. Troppo fiacca la depressione atlantica, al di là degli effetti talvolta eclatanti non basta certo ad aprire una crisi stagionale degna di tal nome. Altre 24 ore d’instabilità e di temperature più gradevoli ed ecco che si tornerà a parlare di calura e dell’afa. Come mai? Scopriamolo…
L’INCUBO AFRICANO: l’estate è appena iniziata, è vero, ma le premesse non sono per nulla incoraggianti. Dopo il primo, consistente affondo sahariano ci apprestiamo ad affrontare il secondo. Le proiezioni stagionali, a questo punto, assumono ancor più rilevanza e andranno valutate con cura. La speranza, ovvio, è che quella stagione rovente ipotizzata dagli americani non si realizzi altrimenti saranno dolori.
Al momento l’impianto barico continentale – ove per impianto barico intendiamo la collocazione di alte e basse pressioni sullo scacchiere europeo – non depone a nostro favore. Continui affondi depressionari a ridosso dell’Europa occidentale solleticheranno l’Anticiclone subsahariano, che in tal modo avrà strada spianata verso il Mediterraneo.
RISCHIO PERSISTENZA: osservazione le proiezioni dei più autorevoli centri di calcolo non possiamo non sottolineare come ci sia il rischio di persistenza. Ad onor del vero possiamo dirvi che attorno a metà mese, o comunque a metà della prossima settimana, si approssimerà una massa d’aria fresca sull’arco alpino.
Probabilmente riuscirà a scalfire leggermente il bordo settentrionale dell’Alta Pressione, rendendo possibile una contrazione termica perlomeno nelle regioni settentrionali. Da valutare, poi, l’eventuale intrusione anche nel resto d’Italia. Ma al momento, dobbiamo dirvelo, non s’intravede alcun peggioramento.
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