A fronte di un riscaldamento globale inarrestabile, che porterà probabilmente il 2017 ad essere il terzo anno più caldo di sempre e il più rovente in assoluto senza El Nino, giungono notizie un po’ più incoraggianti dai ghiacci artici rispetto alle previsioni. Il 13 settembre si è toccata l’estensione minima stagionale del 2017, pari a 4,64 milioni di chilometri quadrati.
Si tratta dell’ottavo dato più basso in assoluto in un range di 38 anni, considerando che le misurazioni satellitari dell’estensione dei ghiacci sono iniziate dal 1978.
Il tasso globale di perdita di ghiaccio quest’estate è stato parzialmente frenato da una persistente bassa pressione concentrata sull’Oceano centrale artico. Ci troviamo quindi dinanzi ad un dato migliore rispetto agli scorsi due anni e in prticolare rispetto al 2016, quando l’estensione minima era stata la seconda più bassa, con 4.14 milioni di chilometri. Erano andati leggermente meglio il 2013 ed il 2014, mentre erano stati ben più negativi il 2010, il 2011 e soprattutto il 2012, il peggiore di sempre.
Basti pensare che l’estensione minima di quest’anno (4,64 milioni) è ben maggiore rispetto ai 3,39 milioni di chilometri quadrati che si erano misurati nel 2012. La differenza a favore di quest’anno è di ben 1.25 milioni di chilometri quadrati. Ciò non significa che l’Artico stia godendo di ottima salute, tutt’altro visto che l’estensione è al di sotto della media dell’ultimo trentennio, ma almeno non siamo in una situazione peggiore rispetto agli ultimi anni. Notizie meno positive arrivano dall’Antartide, che avrà quest’anno una fra le cinque estensioni massime più basse dal 1978.