In occasione dell’uragano Harvey, la NASA, attraverso il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), ha potuto sperimentare il nuovo sistema di previsione messo a punto per prevedere il percorso delle tempeste tropicali e la loro intensità.
Il sistema previsionale può essere utilizzato per avere previsioni di altissima qualità per ogni genere di condizioni meteo estrema.
L’ente governativo attraverso uno dei suoi Istituti, ha messo a punto un nuovo codice costituito da algoritmi indirizzati a ottenere calcoli più rapidi dal modello matematico, e mirati e finalizzati per prevedere condizioni meteorologiche estreme.
Il sistema previsionale era in funzione da tempo per la previsione generica di eventi meteo estremi in tutto il Pianeta, erano state effettuate varie simulazioni, ma in occasione dell’uragano Harvey, la potenza di calcolo è stata concentrata nel Golfo del Messico, al fine di avere dati di previsione di altissima definizione e con il più basso errore possibile, per disporre della rotta e dell’intensità che avrebbe avuto l’uragano tropicale.
Pertanto, dopo il top secret del nuovo modello di previsione, questo è stato ufficializzato e presentato nell’imminenza dell’uragano Harvey.
Il modello matematico è stato appositamente impostato per lo studio dell’uragano Harvey al fine di avere dati di altissima affidabilità con 24 ore in anticipo. In passato, le rotte degli uragani erano contraddistinte da varie opzioni che mandavano in tilt il sistema di allarme meteo, essendo sempre molto ampie le aree potenzialmente a rischio uragano.
Gli uragani tropicali del Golfo del Messico sono tempeste con basso indice di prevedibilità, perciò la sfida di ottenere sistema un sistema di previsione ad altissimo livello era il tassello mancante nella prevenzione.
Ma nonostante le previsioni più precise al Mondo, come abbiamo potuto osservare, il passaggio dell’uragano tropicale è sempre un evento drammatico. La prevenzione è fondamentale per ridurre il numero delle vittime e adottare iniziative finalizzate a contrastare i peggiori disastri, non per respingere in mare gli uragani, a ciò si lavorò negli anni ’60 con risultati pessimi.